La minuscola telecamera incastonata nel muro fu scoperta nel maggio 2022; da lì partì l'inchiesta che individuò tre tecnici ora accusati di interferenze illecite nella vita privata altrui aggravata da motivi abietti
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Va avanti il processo per i tre tecnici accusati di aver spiato circa 70 donne, tra infermiere e dottoresse, nelle docce dell'ospedale San Giuseppe a Empoli (Firenze). Lo ha deciso il giudice Franco Attinà, al termine dell'udienza predibattimentale, disponendo l'apertura della fase istruttoria il 5 maggio 2025, accogliendo la richiesta della procura.
Per i tre imputati l'accusa è di interferenze illecite nella vita privata altrui aggravata da motivi abietti. Gli imputati, un 57enne fiorentino, un 37enne del Pisano e un 41enne della provincia di Firenze, tutti tecnici di un'azienda esterna all'ospedale, avrebbero installato una telecamera negli spogliatoi dell'ospedale di Empoli con cui poter spiare nelle docce le infermiere. Le indagini, coordinate dal pm Sandro Cutrignelli, hanno escluso che le immagini siano state registrate diffuse in Rete.
Nel maggio 2022 fu un'infermiera, proprio mentre faceva la doccia, ad accorgersi della presenza della minuscola telecamera incastonata nel muro e partì la denuncia. Le indagini hanno poi svelato che i tre avrebbero piazzato la microtelecamera nelle docce dello spogliatoio, collegandola con un cavo a un monitor, collocato in una stanza attigua, un magazzino che ospita le squadre di tecnici impegnati nella struttura.
Dopo la diffusione della notizia, altre 70 denunce firmate da infermiere e operatrici sociosanitarie sono arrivate in procura. Al processo poi si sono costituite parte civile una cinquantina di sanitarie e la Asl Toscana Centro. Inoltre è stata citata responsabile civile la ditta esterna all'ospedale che dà lavoro agli imputati e in caso di condanna dovrà risarcire i danni in solido con i tre tecnici.