E' in corso a Roma il secondo processo a carico del 65enne noto volto tv, dopo il procedimento dell'ex compagna
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In corso al tribunale di Roma il secondo processo a carico del giornalista Enrico Varriale, 65 anni: dopo l'ex compagna, ad accusarlo di stalking e violenza è un'altra donna, che racconta in aula, protetta da un paravento, di "minacce e botte", aggiungendo: "Da allora ho sempre attacchi di panico". La deposizione davanti ai giudici è stata trascritta da La Repubblica. I fatti risalirebbero all'8 dicembre 2021, quando l'ex vicedirettore di Rai Sport l'avrebbe aggredita.
"Mi ha dato uno schiaffo a piene mani che mi ha fatto cadere. Io peso 47 chili, è facile mandarmi giù con uno schiaffone. Gli attacchi di panico sono cominciati dalla sera stessa. Quando volevo scappare e lui mi ha chiusa a chiave, ho iniziato ad avere questa sensazione. E ho capito che era panico: percepivo pericolo, soffocamento, tremore", ricorda la donna, come riferisce La Repubblica.
"Non riesco più a uscire da sola, - ha aggiunto - non riesco più a farmi una passeggiata da sola, a camminare per strada, mi guardo sempre intorno. Quando vado a lavoro sono sempre accompagnata".
E torna a quella sera dell'aggressione sfociata dopo una lite: Varriale avrebbe afferrato la donna sbattendola contro la porta e sferrandole un ceffone. "Non riesco più a farmi toccare il viso, mi ha lasciato segni, mi ha preso in pieno con tutta la mano", racconta ancora, sottolineando che da allora, ogni mese, è costretta a ricorrere a cure mediche. "Con una cannula devono
entrare nel viso e scollare i tessuti perché si formano aderenze dovute al trauma", spiega.
Dopo l'episodio la donna ha lasciato Roma: "Sono dovuta andare via il 19 dicembre perché già ero devastata, terrorizzata dall'8 dicembre. Da quel giorno continuava a mandarmi messaggi, a mandarli ai miei figli, a fare telefonate e venire sotto casa, a citofonare".
Sul capo d'imputazione riportato da La Repubblica si legge che il 19 dicembre del 2021 Varriale contattava la vittima "minacciandola, utilizzando l'utenza della Rai — suo luogo di lavoro — oscurando il numero chiamante… pronunciando con voce contraffatta nel corso della telefonata una frase del tipo 'Morirai'". Una circostanza che la vittima avrebbe confermato in aula.
Varriale avrebbe smesso di perseguitarla solo dopo la presentazione delle denunce: lei non si sarebbe fatta intimorire dal suo "se mi denunci ti ammazzo". Ma il trauma continua: "Ho visto pochi giorni fa un'auto come quella del Varriale e mi prende il panico ogni volta che ne vedo una, ho la fobia, mi sono nascosta dietro a un'altra auto".
Attualmente il giornalista sta affrontando due diversi procedimenti con le stesse accuse di stalking e violenza.