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Ercolano, scoperti neuroni integri nel cervello di una vittima dell'eruzione del 79 d.C.

La cenere dell'eruzione che seppellì la città vesuviana si raffreddò velocemente, causando secondo gli esperti la trasformazione del tessuto umano in vetro: questo ha permesso la conservazione del sistema nervoso ritrovato intatto

03 Ott 2020 - 12:58
 © dal-web

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Pompei ed Ercolano non smettono di essere fonti di straordinarie scoperte, a duemila anni dall'eruzione del Vesuvio che le distrusse, consegnandole alla storia. Questa volta non in campo archeologico ma medico: un team multidisciplinare di studiosi italiani ha scoperto - nel cervello di una vittima di Ercolano - neuroni perfettamente conservati grazie alla vetrificazione del tessuto nervoso, causata dal rapido raffreddamento della cenere dopo l'eruzione del vulcano. 

Risoluzione inedita - Come spiega Pier Paolo Petrone, coordinatore del team di ricercatori, "ciò che è estremamente raro è la preservazione integrale di strutture neuronali di un sistema nervoso centrale di 2000 anni fa, nel nostro caso a una risoluzione senza precedenti", resa possibile dalle tecniche di microscopia elettronica di ultima generazione del Dipartimento di Scienze dell'Università di Roma Tre.

Sviluppi interessanti - La scoperta apre nuove possibilità di studio sulla celebre eruzione: capire per quanto tempo le due città partenopee restarono esposte alle alte temperature e quando iniziò la fase di raffreddamento. Informazioni con ricadute importanti per il presente e soprattutto per il futuro, visto che riguardano il rischio vulcanico, sempre presente e la gestione delle emergenze nell'area vesuviana. 

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