Dall'autista alla governante: in dieci sono alla sbarra, a vario titolo, tra le persone più vicine a Aurelia, che nel 2003 aveva ereditato il patrimonio del fratello stimato in 50 milioni di euro tra immobili, opere d'arte e conti correnti
Al via a Roma il processo alle 10 persone coinvolte nel presunto raggiro da 2,5 milioni di euro ai danni di Aurelia Sordi, la sorella del celebre attore romano, morta la notte tra l'11 e il 12 ottobre 2014 all'età di 97 anni. Il processo, sollecitato dal pm Eugenio Albamonte, è stato disposto per Arturo Artadi, autista di Alberto Sordi e factotum della famiglia, gli avvocati Francesca Piccolella e Carlo Farina e il notaio Gabriele Sciumbata, tutti imputati per circonvenzione di incapace in relazione alla gestione dei conti correnti dell'anziana donna.
Altri sei dipendenti della famiglia Sordi, una badante, una cuoca, un giardiniere, due camerieri e una governante, beneficiari di donazioni provenienti dal patrimonio di Alberto Sordi, sono accusati di ricettazione in merito a donazioni di beni il cui valore varia da 150 a 400mila euro. L'ammontare del presunto raggiro costituisce circa il 20% del patrimonio che Aurelia ereditò dal fratello, scomparso nel 2003.
Secondo i beninformati l'eredità lasciata dall'Albertone nazionale ammonterebbe a 50 milioni di euro: solo la sua villa all'Appia, acquistata nel 1958, ne varrebbe 20. Il resto conta opere d'arte, e tra esse tele di De Chirico e Guttuso, mobili d'epoca, altri immobili, titoli e conto correnti.