Dopo la morte di Aurelio Visalli, il militare annegato per salvare due giovani, è polemica per i post, poi rimossi, dei 15enni
La paura, il dolore, le polemiche. Mentre Milazzo piange la morte di Aurelio Visalli, il sottufficiale della Capitaneria di Porto annegato nel tentativo di salvare due 15enni in difficoltà, sui social è bufera per i post pubblicati (poi rimossi o rettificati) dai ragazzi protagonisti della tragedia. "Ragazzi apposto, sono sano e salvo. Mentre facevo le capriole in spiaggia, a me e al mio amico ci prende in pieno un’onda e mi trascina al largo, nessuno si è buttato, quindi prima di dire che qualcuno è morto per salvare me…", scrive il primo.
L'amico in un altro post precisa: "Ve la racconto io la verità, facevamo le capriole sul bagnasciuga e un’onda ci ha trascinato al largo. Io sono riuscito ad uscire e a chiamare il 118, il mio amico si è aggrappato ad una boa". Dopo il messaggio viene rimosso, al suo posto viene pubblicato un post per esprimere il cordoglio per la morte di Visalli: "Nessuno è più dispiaciuto di me per quello che è successo, ho pregato fino adesso per quel soccorritore".
Il sindaco di Milazzo: "I ragazzi hanno sbagliato ma non è il momento delle polemiche" - "I ragazzi devono capire che non si scherza con il mare agitato che si è portato via tanta gente a Milazzo negli anni, però dico anche alla gente che adesso è inutile accanirsi contro i ragazzini. Adesso bisogna stringersi intorno alla famiglia di Aurelio Visalli e alla Capitaneria. Senza cercare necessariamente la polemica soprattutto con gli adolescenti, loro devono trovare il momento per elaborare quello che è accaduto". Così il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica.
© Ansa
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"Hanno percepito di avere rischiato la vita e penso che abbiano chiaro che una persona è morta nel tentativo di salvarli, e penso questo possa bastare - aggiunge - Quello che ho visto sui social con insulti, minacce e auguri di cose terribili a quei due ragazzi non mi è piaciuto, anche se loro hanno sbagliato a scrivere qualcosa non è facendo lo stesso errore che si risolvono le questioni".