Giacomo Bozzoli, il momento dell'arresto
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A insospettire gli investigatori sono state diverse tracce lasciate dal 39enne condannato all'ergastolo per l'omicidio dello zio
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Giacomo Bozzoli è stato arrestato l'11 luglio: i carabinieri lo hanno trovato nella sua villa di Soiano sul Garda, nascosto nel cassettone del letto. A insospettire investigatori e inquirenti sulla presenza dell'uomo in casa sono stati diversi errori commessi da Bozzoli, dall'accensione dell'aria condizionata ad alimenti e bevande trovati nel frigorifero dell'abitazione, fino a una telefonata su una delle utenze intercettate. Il 39enne, condannato all'ergastolo per omicidio, si trova ora nel carcere di Bollate.
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E' questo il primo errore commesso da Giacomo Bozzoli. Giovedì il motore esterno dell'aria condizionata della villa sul lago di Garda era in funzione. Segno che qualcuno si trovava all'interno. Così i carabinieri, già in zona perché insospettiti da una telefonata su una delle utenze intercettate, hanno perquisito le stanze della residenza e hanno trovato nel cassettone del letto, nascosto, il proprietario, latitante e ricercato da dieci giorni in tutta Europa e anche altrove.
Investigatori e inquirenti, poi, sono stati allertarti da un altro segnale che arrivava dalla villa. Giovedì una delle telecamere di sorveglianza aveva smesso di inquadrare la porzione dell'esterno dell'abitazione di propria competenza, come se qualcuno l'avesse oscurata.
Le tracce che l'uomo avrebbe lasciato, forse aiutato nel suo rientro dalla fuga all'estero, sono diverse. Compresi gli alimenti e le bevande che riempivano il frigo nonostante la villa in questi giorni fosse ufficialmente disabitata. La compagna di Bozzoli e il figlio di 9 anni, infatti, si trovano a casa dei genitori.
Durante la perquisizione, poi, il maresciallo dei carabinieri ha notato che nella camera da letto c'erano un dopobarba e, soprattutto, dei vestiti simili a quelli che Bozzoli indossava mentre una telecamera lo riprendeva alla reception di un albergo a Marbella, in Spagna, il 30 giugno, il giorno prima della condanna definita all'ergastolo con l'accusa di aver ucciso 9 anni fa lo zio Mario e di averne gettato il corpo nel forno della fonderia di famiglia.
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