Dopo tre anni di detenzione Daniela Poggiali è intervenuta nel programma di Canale 5 per chiarire la sua posizione
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"Non sono quel serial killer per cui sono stata dipinta in modo veramente orribile sulla carta stampata in tutto il mondo, e finalmente posso dire che giustizia è fatta". Daniela Poggiali, l'ex presunta infermiera killer di Lugo (Ravenna) è intervenuta così durante la prima puntata della nuova stagione di "Mattino Cinque". Nel 2014 la donna era stata accusata di aver ucciso una paziente di 68 anni con un'iniezione di cloruro di potassio ed era diventata nota alla cronaca per essersi fatta fotografare accanto ai cadaveri di alcuni pazienti deceduti all'interno del suo reparto. La Poggiali era stata condannata all'ergastolo in primo grado, ma è stata recentemente assolta in corte d'Assise.
"Io non ho ucciso Rosa Calderoni e la corte d'Appello di Bologna mi ha assolto perché il fatto non sussiste - ha affermato la 45enne in collegamento con Federica Panicucci -. Non che la Poggiali non ha commesso l'omicidio presunto, ma che il fatto non sussiste perché Rosa Calderoni è morta di morte naturale, come io ho sempre detto mentre ero in carcere. E vorrei finalmente che la gente capisse questo e non mi collegasse sempre al fatto di quei due scatti fotografici".
L'ospite di "Mattino Cinque" è poi tornata sulle fotografie finite al centro di numerose polemiche: "Sono due scatti fotografici brutti e irrispettosi, immorali, per i quali però io ho già pesantemente pagato con il licenziamento nel posto di lavoro. Mi sono scusata tramite il mio avvocato con i famigliari della signora, di più non posso fare se non dire che in un particolare contesto lavorativo, dove io lavoravo in quel periodo, molto stressante soprattutto a livello emotivo, dove sei sempre a contatto con la morte, la sofferenza tutti i giorni e il dolore, si può fare un atto che sembra stupido, immorale, irrazionale ma non c'è niente di malvagio come hanno voluto far passare. Li ho riguardati tante volte quegli scatti, sono stati fatti così, in un momento in cui io scherzavo con la mia collega, lei scherzava con me. Non ci siamo rese conto neanche noi che stavamo facendo una cosa brutta. Non è un'abitudine scherzare - ha aggiunto la Poggiali - però quando fai una professione infermieristica e medica devi comunque cercare un modo per allontanare un po' il dolore, per non portartelo sempre dietro e a casa, perché altrimenti rischi di essere sopraffatto da questo dolore".
In merito alla fotografia che la ritrae sorridente mentre entra in tribunale dal Giudice per le indagini preliminari l'infermiera ha precisato: "Non stavo entrando in tribunale, stavo uscendo dal tribunale e quel sorriso non era per i giornalisti, era per il mio compagno e per la mia amica profondamente in ansia per me e io con quel sorriso volevo rasserenarli che comunque ce l'avremmo fatta perché siamo sempre stati tutti convinti della mia innocenza e quindi anche in quell'occasione è stato male interpretato. Quelle fotografie hanno pesato tanto sulla vicenda processuale, anche troppo, moltissimo".
A proposito delle altre accuse che pesano sul capo della donna come il rinvio a giudizio per il decesso di un altro paziente (il 95enne Massimo Montanari) e l'accusa di furto ai danni di pazienti ricoverati, l'infermiera ha affermato: "Aspetto serenamente il decorso della giustizia. Io mi sono sempre difesa nel dire che sono innocente su questi capi di imputazione e rimango serena perché non ho fatto quello che mi viene contestato e nient'altro. Io non ho rubato, io non ho dato lassativi di proposito, io non ho fatto tutto quello di cui sono stata accusata in quel momento e aspetto che la giustizia faccia il suo corso. Adesso ho avuto giustizia a Bologna per il caso di Rosa Calderoni, credo serenamente che l'avrò anche nei procedimenti successivi". La donna ha concluso il collegamento con lo studio affermando che vorrebbe tornare al suo lavoro: "Mi piacerebbe molto perché l'ho sempre fatto e anche molto bene. Mi piacerebbe tornare a farlo se mi verrà data la possibilità".