Le strette strade provinciali sono intasate da auto, bus, moto e ogni tipo di mezzo di trasporto
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L'Etna in eruzione è uno spettacolo di grande fascino e tutti vogliono un posto in prima fila. Scatta così il folle turismo del brivido a ogni costo con l'assalto al vulcano attivo più alto d'Europa e con le strette strade provinciali intasate da auto, bus, moto e ogni tipo di mezzo di trasporto. Ed escursionisti, professionisti o improvvisati, italiani e stranieri, salgono soprattutto di sera, quando il rosso della lava incandescente spicca ed esalta lo spettacolo rendendolo ancora più unico ed emozionante, ma anche più pericoloso.
L'assalto assume grandi numeri, con migliaia di persone, nel fine settimana, tanto da trasformare l'Etna nella Roccaraso della Sicilia, ma con rischi maggiori connessi alla presenza di un vulcano attivo e alla sua imprevedibilità. A lanciare l'allarme è il capo dipartimento della Protezione civile della regione Siciliana, Salvo Cocina, che ha comunicato la sua preoccupazione sulla "situazione di rischio al prefetto per attivare le forze dell'ordine e la polstrada".
"Centinaia di persone, quasi tutte ben attrezzate e ben accompagnate dalle guide alpine e vulcanologiche - si legge nel post di Cocina - osservano l'eccezionale fenomeno, ma domenica pomeriggio c'è stato un afflusso costante dalla strada provinciale 92 e dalla strada Milia di un migliaio di persone, posteggio selvaggio ai margini delle strette strade, blocco della circolazione a piano Vetore e impossibilità di passaggio dei mezzi di soccorso".
La protezione civile regionale ha attivato quattro sue associazioni di volontariato, da Belpasso, Ragalna, Nicolosi e Adrano per "dare assistenza alla popolazione e per indurre gli automobilisti a non percorrere le strade già intasate". "Il tema - spiega Cocina - è quello di coniugare le esigenza di fruizione del vulcano con quelle di sicurezza". E anche di soccorrere infortunati sull'Etna, col rischio, per esempio, che l'ambulanza non possa arrivare sul posto o non possa dirigersi verso un ospedale perché la strada provinciale è bloccata.