Etna come Roccaraso, l'assalto per un selfie estremo sulla lava: i soccorsi
© Soccorso Alpino e Speleologico - CNSAS
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"Lo spettacolo è unico ma i pericoli non arrivano dall'eruzione ma da chi sale senza guide e abiti e attrezzature adeguati" commenta Salvo Cocina
di Gabriella Persiani© Salvo Cocina
Duemila turisti sull'Etna in un weekend, per di più in sneaker o stivali con il tacco e minigonna per scattare selfie estremi tra neve e lava, soprattutto in orari notturni, "avevano colto tutti di sorpresa e fatto alzare l'allarme", commenta a Tgcom24 Salvo Cocina, capo della protezione civile siciliana. Subito Cocina aveva parlato di "colata turistica" irrispettosa in primis proprio della Muntagna, come i catanesi chiamano affettuosamente il loro vulcano. Ma, dopo le denunce e gli allarmi lanciati nei giorni scorsi per i rischi corsi da questi escursionisti all'arrembaggio, qualcosa è cambiato. In meglio.
Tra sabato e domenica, infatti, in 800 e, prevalentemente accompagnati dalle guide, con il giusto equipaggiamento ("tutti gli altri vengono allontanati"), sono arrivati per godere di uno spettacolo "che è davvero unico al mondo", sottolinea Cocina. Così quel fenomeno dell'assalto, che aveva riproposto scene già viste settimane prime, anche in termini di viabilità, a Roccaraso, in Abruzzo, sembrerebbe rientrato. Da una parte ci si è messo l'Etna stesso, il vulcano più alto d'Europa, che nei giorni scorsi aveva diminuito la sua attività; dall'altra la presenza delle forze dell'ordine, chiamate a far rispettare le ordinanze sindacali emesse nel frattempo. "Eppure basta sempre quell'1% a rovinare tutto", continua Cocina, che non intende abbassare e far abbassare la guardia.
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"Questo fine settimana è andata decisamente meglio dello scorso - precisa Cocina a Tgcom24. - Le ordinanze emesse dai sindaci etnei contro i posteggi selvaggi e la presenza delle forze dell'ordine hanno avuto un effetto deterrente e consentito la normale viabilità lungo queste piccole provinciali montane. Inoltre, la sensibilizzazione di questi giorni ha portato i suoi effetti: la maggior parte degli escursionisti si affida alle guide vulcanologiche. Ma, purtroppo, se anche fossero solo ancora una decina gli sprovveduti, questi basterebbero a rovinare tutto".
"Per raggiungere il fronte lavico, infatti, - ricorda il capo della protezione civile siciliana - occorre seguire una pista, e poi fare anche un fuori pista di 5,5 chilometri da percorrere in un'ora e mezza. Lo si fa al buio e al freddo. Si rischia solo se si sale senza essere attrezzati e senza conoscere i pericoli di un sentiero dissestato dell'Etna dove, per esempio, il calore fa ghiacciare parte della neve, ma che rimane soffice di sotto, e se la calpesti in quel tratto sprofondi".
"Per questo continuo a raccomandare di venire qui con cautela e sempre accompagnati dalle guide. Non c'è altro modo di godere in sicurezza di questo spettacolo unico al mondo. La gente ora è sì preparata, ma la prudenza non basta mai", conclude Cocina a Tgcom24.
La spettacolare eruzione e l'assalto di migliaia di turisti erano finiti addirittura Oltreoceano, su The New York Times. "L'Etna è una parte integrante della nostra identità e della nostra cultura. La sua bellezza e la sua potenza attraggono visitatori da tutto il mondo, ma dobbiamo anche essere consapevoli dei rischi che comporta l'attuale attività eruttiva", dichiarava il sindaco di Adrano Fabio Mancuso, proprio nell'intervista all'NYT.
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In questi giorni le autorità hanno implementato misure di sicurezza per monitorare i flussi di turismo. "Stiamo lavorando - precisava Mancuso - a stretto contatto con le forze dell'ordine e i servizi di emergenza per garantire che i visitatori possano godere di questa meraviglia naturale in totale sicurezza. Dobbiamo bilanciare l'attrazione turistica con la sicurezza dei cittadini e dei visitatori. L'Etna è imprevedibile e la nostra priorità è garantire che tutti siano al sicuro".