Antonio Cuozzo Nasti, ritenuto vicino al clan giuglianese "Mallardo", era latitante dal 2014. Era in possesso di documenti falsi. Deve scontare una pena residua di 5 anni e 9 mesi di carcere
Viveva da oramai otto anni A St-Raphaël, piccola perla balneare della Costa Azzurra a metà strada tra Cannes e Saint-Tropez, dove, sotto falso nome, aveva costruito una seconda vita: faceva lo chef (anche molto apprezzato dai turisti) in un albergo cinque stelle. Ma quell'uomo affabile dall'accento napoletano, che si faceva chiamare Nunzio Palumbo, in realtà era Antonio Cuozzo Nasti, latitante dal 2014 e ritenuto dagli inquirenti vicino al clan camorristico "Mallardo". Ora deve scontare 5 anni e 9 mesi di carcere.
La sua lunga latitanza è finita quando i carabinieri della Compagnia di Giugliano, grazie anche alla collaborazione della polizia nazionale francese e del Servizio di Cooperazione internazionale di polizia, lo hanno arrestato nell'appartamento di Frejus in cui viveva da solo. Il 56enne originario di Giugliano in Campania, che non avrebbe opposto alcuna resistenza durante le operazioni di fermo, si trova ora dietro le sbarre e in attesa che si concludano le procedure di estradizione verso l'Italia.
Antonio Cuozzo Nasti, ritenuto membro del gruppo camorristico operativo sul territorio giuglianese rientrante presumibilmente nella cosiddetta "Alleanza di Secondigliano", doveva scontare una pena di 16 anni di carcere a causa delle condanne per rapina, ricettazione e porto illegale di armi (di questa condanna dovrà espiare un residuo pena pari a 5 anni e 9 mesi.). Per questo motivo si era reso irreperibile dal 2014, sparendo letteralmente nel nulla.