La grande sala per il gioco d'azzardo, nei mesi scorsi al centro di polemiche e di una petizione, potrebbe non sorgere più
© Google Maps
La riapertura, dopo anni, di una piccola chiesa abbandonata, potrebbe mettere i bastoni fra le ruote all'apertura di una nuova sala slot. Succede a Faenza, per effetto della legge che vieta il gioco d'azzardo vicino ad aree sensibili come scuole, parchi pubblici e, appunto, chiese.
La parrocchia di San Marco aveva infatti annunciato nelle scorse settimane di aver riaperto al culto la piccola cappella di San Rocco, di proprietà dell'Asp, grazie a un comodato d'uso, per lo svolgimento di feste, momenti d'incontro e di preghiera. Una piccola iniziativa, ma che potrebbe avere un effetto immediato: Il terreno in cui dovrebbe essere avviata l’attività di gioco d'azzardo rientra ora nel raggio di 500 metri, considerato "zona sensibile", dove, per legge, è vietato aprire attività di questo tipo. L'apertura della sala slot, che aveva già ricevuto il parere favorevole da parte del Comune, è da mesi al centro delle polemiche nel quartiere, con una petizione dei residenti per fermarla che ha raccolto centinaia di firme. Nella petizione i residenti sottolineavano che poco distante da quel luogo ci sono anche una scuola elementare e un campo sportivo frequentato da tanti ragazzi.
La mossa della parrocchia ha adesso cambiato le carte in tavola, la questione dovrà essere approfondita dagli uffici legali, ma l'apertura è a questo punto molto più complicata. La nuova sala slot faentina pareva aver superato indenne un altro ostacolo simile: pochi giorni fa un'area verde vicina era stata intitolata a Tonito Emiliani, facendola diventare un "parco pubblico intestato e nel quale sono presenti strutture per il tempo libero", altra fattispecie che impedisce l'apertura di una sala slot nei dintorni. Il progetto, allora, aveva spostato di una manciata di metri il futuro ingresso del centro per il gioco, in modo da uscire dal raggio dei 500 metri che ne vieta l'apertura. "La parrocchia, interpellata in merito dal Corriere di Romagna, non si sbilancia: "Noi - dice il parroco don Davide Ferrini - lavoriamo sull'aspetto religioso e avevamo già da tempo in mente di riaprire la cappella per organizzarvi momenti di preghiera o mostre. Sicuramente la ludopatia è un problema grave, non so quanto possa incidere su questo l'apertura di una chiesa, ma può spingere qualcuno alla riflessione".