DOPO TRE MESI

Fase 2, in Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio e Puglia ripartono i matrimoni

Durante il lockdown sono saltate 60mila celebrazioni. Le nuove regole: prodotti monodose, elenco degli invitati da conservare e spazi riorganizzati per assicurare il distanziamento

14 Giu 2020 - 14:06
 © Istockphoto

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Dopo 3 mesi di stop a causa del coronavirus, ripartono anche le celebrazioni dei matrimoni. Il 15 giugno si può tornare a pronunciare il "fatidico sì" in gran parte delle Regioni italiane: in Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio e Puglia i governatori si sono adeguati con le ordinanze alla direttiva nazionale. Campania e Sicilia avevano già dato l'ok dall'8 giugno, la Toscana dal 13. Sono stati circa 60mila i matrimoni rinviati durante il lockdown. 

Un danno per 80mila aziende - Secondo i dati dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop), il rinvio di 60mila matrimoni ha colpito circa 80mila aziende che lavorano nell'ambito della fotografia, del catering, dei viaggi, dell'abbigliamento, dei fiori e del settore immobiliare. Ma ora ci si prepara a ripartire e anche in questo caso ci sono delle nuove regole a cui bisognerà abituarsi. 

Distanze, mascherine e l'elenco degli invitati -Il matrimonio, allora, s'ha (di nuovo) da fare ma con alcune norme da rispettare. Ovviamente la prima regola è sempre quella del distanziamento sociale: bisogna, infatti, assicurare che gli ospiti siano distanti almeno un metro tra loro e che indossino la mascherina negli spazi interni. Occorre poi conservare l'elenco degli invitati per un periodo di 14-30 giorni. 

Riorganizzare gli spazi - In base alle linee guida della Conferenza delle Regioni per i banchetti nei matrimoni e nei congressi, occorre "riorganizzare gli spazi al fine di evitare assembramenti di persone e di assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti. Se possibile organizzare percorsi separati per l’entrata e per l'uscita". 

Buffet e self-service - Per quanto riguarda il buffet, è possibile organizzarlo  seguendo una modalità "mediante somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo la possibilità per gli ospiti di toccare quanto esposto" mentre la modalità self-service è consentita per buffet realizzati esclusivamente con prodotti confezionati in monodose". 

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