Il Procuratore Nazionale Antimafia, intervistato dal direttore Paolo Liguori, ha parlato delle influenze mafiose nella ricostruzione del ponte Morandi
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“Non si sente molto parlare di mafie. E il decreto Genova è la più chiara dimostrazione di come non si pensi alle mafie". Queste le parole del Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, intervenuto a TgCom24, all’interno della trasmissione del direttore Paolo Liguori “Fatti e Misfatti” a proposito delle influenze mafiose nella ricostruzione del ponte Morandi di Genova.
Su decreto anti corruzione, dichiara: “C’è un disegno di legge che sta passando in Parlamento. È un disegno di legge molto importante che prevede alcune norme tra le quali l’inserimento di un agente sotto copertura e la condizione di punibilità per il corrotto. La corruzione è forse l’unico reato che prevede la punibilità sia per il corrotto che per il corruttore. Non c’è una persona offesa, quindi nessuno è pronto a denunciare la corruzione. Prevedere quindi questa condizione è molto importante. La corruzione è lo strumento attraverso il quale le mafie entrano nell’economia, condizionano la politica e sovvertono i meccanismi di assegnazione degli appalti. È il meccanismo attraverso il quale le mafie si muovono nelle società”.
"Perché in quel decreto è previsto che gli affidamenti avverranno anche in violazione delle discipline, salvo quelle extra penali. Quindi interdittive, soggetti continui, tutto ciò che è la barriera creata per le mafie, per quelle imprese mafiose che fanno il movimento terra", ha continuato. "E quanto movimento terra ci sarà per la ricostruzione del ponte? Quante imprese interverranno per la costruzione? Quelli sono circuiti dove la ’Ndrangheta, Cosa Nostra e la Camorra si muovono di più: queste mafie hanno fatto i primi investimenti proprio in quelle imprese. Non si può pensare solo all’urgenza senza pensare al contrasto, altrimenti si lancia un messaggio che non è quello corrispondente a quello che vuole il popolo italiano”.