Il pestaggio in via Traiano a Milano, proprio sotto casa del preparatore atletico, sarebbe avvenuto grazie a una chiamata fatta per organizzare un "incontro chiarificatore"
Una "spedizione punitiva" contro il personal trainer Cristiano Iovino organizzata e durata in mezz’ora o poco più. E, pare, molto simile a un agguato, visto che il pestaggio in via Traiano, proprio sotto casa di Iovino, è avvenuto grazie a una telefonata fatta per trovarsi per un "incontro chiarificatore". Dai cellulari del rapper e degli ultrà della Curva Sud del Milan che gli fanno da guardaspalle infatti, più che messaggi di pace, partono chiamate alla battaglia.
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Fedez, subito denunciato dai carabinieri, è, ricorda il Corriere della Sera, iscritto nel registro degli indagati nel fascicolo aperto per rissa, lesioni e percosse in concorso. Gli inquirenti stanno lavorando per identificare gli altri partecipanti. Grazie all’analisi dei video della rissa in discoteca (molto nitidi) e di quelli sotto la pioggia battente durante l’aggressione a Iovino in via Traiano.
A incastrare Fedez sarebbe un video delle telecamere di sorveglianza interne al complesso residenziale in zona Portello, dove abita Iovino, che riprende quanto accade davanti all’ingresso principale. A fermare il pestaggio è l’arrivo di un taxi. I vigilantes presenti sul posto sono stati minacciati di fare silenzio, ma hanno segnato il nome di Fedez e lo hanno detto ai carabinieri giunti sul posto, assieme ai soccorsi del 118.
Il numero degli indagati nelle prossime ore è destinato ad aumentare e pare, inoltre, che la lite nel privé della discoteca non sarebbe scattata a causa di Ludovica di Gresy, bensì per altri motivi, tutti ancora da sviscerare.
"Non abbiamo alcun tipo di legame con Fedez, né riguardo vicende professionali né tantomeno riguardo vicende private". Cosi' il gruppo ultra' del Milan 'Banditi Curva Sud Milano' in un post su Instagram a proposito della vicenda che vede protagonista il cantante e il presunto pestaggio al personal trainer dei vip Iovino. "Basta fango", scrivono i tifosi rossoneri.
Si tratta di persone che "frequentano abitualmente lo stadio" e "che sfruttano proprio la peculiare carica intimidatoria derivante dall'appartenenza ad un gruppo organizzato" per agire con una condotta "aggressiva, che rappresenta la cifra distintiva del loro modo di seguire il calcio e la squadra di cui sono supporter". Così la gip di Milano Teresa De Pascale descrive i tre ultrà, che fanno parte della curva sud milanista, arrestati due giorni fa per aver aggredito, a colpi di sedie e tavolini ma anche a coltellate, un 25enne romeno dopo la partita Milan-Cagliari di sabato sera.
La giudice ha convalidato gli arresti e disposto come misura cautelare i domiciliari per tutti e tre, tra cui Alessandro Sticco, 42 anni, che è nel direttivo della curva milanista così come Luca Lucci, noto capo ultrà, e Christian Rosiello, il cosiddetto "bodyguard" di Fedez, coinvolto come il rapper nel caso del pestaggio al personal trainer Cristiano Iovino dello scorso aprile. Ai domiciliari anche Islam Hagag, 35 anni, e Luigi Magrini, 43 anni, che avrebbe sferrato le coltellato (la Procura chiedeva per lui il carcere). Tutti e tre difesi dal legale Jacopo Cappetta. I tre, spiega la gip nell'ordinanza, hanno fatto "leva sulla peculiare forza intimidatoria derivante dall'appartenenza ad un gruppo numeroso di tifosi" e "non hanno esitato ad aggredire congiuntamente un ragazzo da solo, anche con l'uso di bottiglie e di un coltello, sino a lasciarlo sanguinante riverso in terra, proprio dopo una partita di calcio, quale luogo ed occasione in cui manifestare e sprigionare la propria indole aggressiva e violenta".