"A lei e mia sorella disse 'entro la fine dell'anno io vi brucerò vive'", racconta la 31enne in lacrime a "Pomeriggio Cinque"
Trapelano rabbia e tanto dolore dalle parole di Cristina, la figlia della donna bruciata viva dal compagno a Pantelleria e morta dopo due giorni di agonia trascorsi nel reparto di rianimazione dell'ospedale Civico di Palermo. "Questi episodi accadevano da tempo - Esordisce nell'intervista esclusiva rilasciata a "Pomeriggio Cinque" durante la puntata di lunedì 25 settembre - Venerdì sera mia madre si trovava al bar col suo compagno e avevano litigato per gelosia perché pare che un collega di lavoro le avesse offerto un caffè, poi una volta tornati a casa è successo tutto. Noi non eravamo al corrente di questo, altrimenti l'avremmo aiutata".
Quindi, la figlia di Anna Elisa Fontana pone l'attenzione sulla premeditazione dell'uomo: "Aveva già la benzina con sé e ha chiuso le porte di casa per non farla scappare. Ha provato a lottare, si è chiusa in bagno e si è messa nella doccia per spegnere le fiamme, però non è riuscita perché lui ha rotto la porta e ha continuato a versare benzina".
Quindi prosegue: "Lui le ha sempre imposto di non parlare con noi. Ci ha ucciso due volte, la prima quando ha portato via nostra madre, che ci ha abbandonate per lui e la seconda volta è oggi". Cristina ha dunque raccontato i gravi problemi di salute del fratello più piccolo: "In questo bisogno aveva bisogno della sua mamma, ma quest'uomo le ha impedito di rimanere con lui; non l'ha mai mandata con il figlio a fare la chemioterapia".
E in merito a Giada, l'unica sorella che ancora viveva con la madre, rivela: "Lei non l'ha mai lasciata, anche quando lui non voleva che vivesse con loro. Infatti più volte l'aveva buttata fuori casa ed era andata a vivere da nostro padre. Giada ha capito che mia madre con lui stava male, però aveva paura perché lui le aveva minacciate dicendo "entro fine anno vi brucerò vive". E l'ha fatto, menomale che quel giorno mia sorella non era in casa".