A "Pomeriggio Cinque" i religiosi si battono contro l'imminente realizzazione di una rsa nel complesso
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C'è una certa agitazione all'interno della Basilica di Santo Spirito a Firenze. L'edificio, costruito da Filippo Brunelleschi nel 1481, nel corso degli anni era stato diviso in due parti strettamente collegate: una per ospitare i frati agostiniani e l'altra come caserma dell'esercito italiano. Nell'ultimo periodo il ministero della Difesa, per occupare l'area di cui l'esercito non ha più bisogno, ha disposto un bando che è stato vinto nell'estate del 2022 da una società che si occupa principalmente di residenze per gli anziani. I frati che vivono nel convento non sono d'accordo con questa decisione e vorrebbero che il complesso della Basilica di Santo Spirito, composto da due chiostri, non venisse diviso. Ai microfoni di "Pomeriggio Cinque" i religiosi si dicono decisi a protestare per contrastare l'imminente arrivo di una probabile rsa di lusso e ammettono: "Siamo pronti a occupare il convento".
"Faremo di tutto per fermare i lavori. Io capisco le resistenze del ministro Crosetto, ma inviterei proprio lui a venire qui in Santo Spirito a incontrare il nostro arcivescovo per rendersi conto di cosa vuole fare la società che per ora ha vinto il bando", racconta padre Giuseppe Pagano, priore della basilica del Santo Spirito.
Ad aggiungersi all'appello è anche il frate agostiniano padre Agostino Crocco che spiega: "Io mi sento un po' prigioniero qui perché qui abbiamo due chiostri, ma realmente ce n'è uno solo che noi possiamo utilizzare per noi stessi, per la gente e per i turisti: è come se uno respirasse con un polmone solo. Questo che vedete è il chiostro dei morti che noi abbiamo reso bello e lo abbiamo fatto rivivere". Infine, riguardo alla possibile occupazione da parte loro commenta: "Questo centro è servito per l'esercito e, ora che non c'è più, l'esercito siamo noi. Siamo l'esercito della salvezza che vuole dare vitalità". "Appena sentiamo i primi rumori dei martelli, occupiamo. Siamo circa 2000 con i fedeli", conclude padre Pagano.