Al meeting di Parigi parteciperanno poliziotti da tutt'Europa in uniforme. Compresi due agenti di Genova e Milano
Sì alla partecipazione alla Conferenza internazionale per i diritti delle persone omosessuali nelle forze dell'ordine, ma senza la divisa addosso "perché non si tratta di un evento istituzionale". Questa la risposta che la poliziotta Michela Pascali si è vista dare dalla questura di Firenze quando ha chiesto di prender parte al convegno indossando l'uniforme. L'incontro, l'ottavo dell'European Lgbt Police Association, unisce le associazioni che in 16 Paesi europei chiedono il riconoscimento dei diritti per gay, lesbiche e transessuali in polizia e forze armate.
La conferenza si terrà a Parigi tra il 27 e il 29 giugno e vede tra gli organizzatori i ministeri degli Interni e degli Esteri francesi ed è data per certa la presenza del sindaco parigino Anne Hidalgo e del capo della polizia transalpina.
La scelta della location non è casuale, dopo che lo scorso 20 aprile il capo della polizia Xavier Jugelé (che aveva dichiarato pubblicamente la sua omessualità e si batteva per i diritti di poveri e migranti) aveva perso la vita nell'attentato terroristico sugli Champs-Elysèes. "Soffro ma senza odio, perché quest'odio non ti somiglia", la frase pronunciata dal compagno Etienen Cardille, era stata ripresa da tv e giornali di tutto il mondo.
Ma torniamo in Italia. Mentre la richiesta della Pascali (vicepresidente di Polis Aperta, associazione di militari e poliziotti che si battono per i diritti degli omosessuali in divisa) è stata rifiutata, due colleghi di Milano e Genova hanno avuto risposte opposte. I due agenti, infatti, sono stati autorizzati a partecipare in uniforme dal ministero degli Interni. Dal Viminiale però precisano che "l'autorizzazione non deve essere intesa come delega a rappresentare ufficialmente la Polizia di stato".
"La richiesta della Pascali era identica a quella presentata a Milano e Genova, non capisco perché la risposta è stata diversa" ha dichiarato Gabriele Guglielmo, presidente di Polis Aperta, aggiungendo: "Peraltro la collega fiorentina, come altri, non aveva chiesto di risultare in servizio ed è pronta a coprire di tasca propria tutte le spese di trasferta, nonostante l'evidente natura istituzionale dell'evento. Non a caso la quasi totalità dei colleghi in arrivo da tutta Europa parteciperà in regolare uniforme".
Intanto, Michela Pascali ha chiesto di visionare gli atti per riuscire a capire da quale ufficio il rifiuto sia effettivamente partito.