Nuovo presidio della comunità senegalese sul ponte Vespucci, luogo dove è avvenuto l'omicidio
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Piange due padri morti nello stesso modo: ammazzati a Firenze a colpi di arma da fuoco. E' questa la storia di una 18enne senegalese figlia naturale di Samb, ucciso il 13 dicembre 2011 in piazza Dalmazia da un estremista di destra. Ieri la stessa sorte è toccata a Idy Diene, 54 anni, ambulante senegalese ferito a morte da Roberto Pirrone. Idy era un cugino di Samb e dopo la sua morte aveva deciso di prendersi cura della figlia, di mantenerla e di farla studiare in Italia.
Idy è stato raggiunto da due proiettili, uno alla testa e uno al torace, mentre altri, come raccontano alcuni testimoni, non sono andati a segno. "Era una persona gentile, mai invadente: passava praticamente tutti i giorni dall'ufficio, si informava come stavi e non solo ringraziava per le offerte che poteva ricevere o per gli oggetti che riusciva a vendere, ma se gli facevi presente che non avevi altro che un euro da dargli rispondeva: 'È sempre tanto'". Così ricorda il senegalese ucciso una signora fiorentina che lavora in Oltrarno. "L'ho riconosciuto da una foto pubblicata su un profilo Facebook di un'altra persona che lo ricorda nel mio stesso modo", aggiunge. "Per me e per quanti lavorano nel mio ufficio, che ha un affaccio in strada, era semplicemente Idy. Da anni era una presenza costante: bussava, entrava per poi andarsene regalandoti lo stesso sorriso sia quando riceveva qualcosa sia quando se ne andava a mani vuote. Non si può morire così'".