Foligno (Perugia), 56enne accoltellato a morte in un parcheggio
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L'uomo era stato aggredito nel parcheggio della zona industriale della cittadina umbra
Un ragazzo minorenne è stato sottoposto al fermo nell'ambito delle indagini sulla morte di Salvatore Postiglione, il muratore di 56 anni ucciso a Foligno nei giorni scorsi dopo essere stato aggredito nel parcheggio della zona industriale. Il ragazzo aveva lavorato per un periodo nella stessa ditta edile della vittima. Ancora ignote le ragioni dell'accaduto. L'uomo era stato soccorso non lontano da un'auto trovata accesa e con lo sportello del passeggero aperto. A dare l'allarme una donna che lavora nella zona.
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La polizia ha riferito di aver "raccolto gravi indizi di reità a carico di un minorenne, residente a Foligno, ritenuto responsabile dell'omicidio". Il delitto è stato consumato poco dopo le ore 6 in via Louviere, abituale ritrovo degli operai della ditta prima di raggiungere i cantieri edili di Perugia e Nocera Umbra. A carico del ragazzo il Procuratore della Repubblica ha emesso un decreto di fermo per i reati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e porto e detenzione ingiustificato di oggetti atti ad offendere.
Le indagini sono state svolte dalla squadra mobile di Perugia e dal commissariato di Foligno. Grazie alla visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisiti, si è accertato che il presunto omicida si è appostato nei pressi del luogo dove è avvenuta l'aggressione alla vittima per poi, al suo arrivo, compiere "l'efferato delitto". Successivamente, sempre grazie alla visione delle immagini, è stato ricostruito il tragitto di fuga del responsabile fino in piazza Ubaldi nel centro storico, a circa due chilometri dal luogo del delitto, dove l'indagato ha fatto perdere le proprie tracce. Gli accertamenti hanno consentito di concentrarsi sull'indagato le cui fattezze fisiche corrisponderebbero "perfettamente" a quelle dell'aggressore.
La perquisizione eseguita nella tarda serata del 9 novembre nell'abitazione del minorenne aveva permesso di trovare e sequestrare gli abiti indossati in occasione dell'omicidio, le scarpe ancora intrise di sangue, un monopattino impiegato per recarsi sul luogo del delitto e per fare successivamente rientro nella propria abitazione.
Il ragazzo aveva lavorato nella stessa ditta edile fino allo scorso ottobre. Sono in corso ulteriori approfondimenti relativi al movente alla base dell'omicidio comunque legati - spiega la polizia - all'ambiente lavorativo.