Si aggiudica il primato di velocità per aver scalato l'Ama Dablam: "Ho pensato alla mia famiglia quando ho creduto di non farcela"
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Diciotto ore e qualche minuto per arrampicarsi sull'Ama Dablam, la montagna sacra dell'Himalaya. Francesco De Michelis, 30 anni, originario di Avezzano, in provincia dell'Aquila, ha scritto il suo nome nella storia dell'alpinismo. Ha deciso di parlare della sua impresa solo ora, due mesi dopo la sua scalata. Lui, il 17 ottobre, insieme all'amico nepalese Gesman Tamang, ha battuto il record di ascesa in velocità della montagna sacra (definita dalle tradizioni locali la "casa" delle divinità) per poi riscendere. "Ho avuto paura, non sapevo di essere così vicino alla vetta - ha detto De Michelis - ma poi ho pensato alla mia famiglia".
Francesco vive in Abruzzo e lavora a Teramo dove, insieme al cognato, gestisce il ristorante "Il Fellini". Di straordinario ha, però, la passione per la montagna iniziata dopo aver lasciato un posto sicuro in banca. "Non amavo la routine", dice De Michelis.
Le immagini che adesso posta su web parlano da sole. Quando Francesco è arrivato in cima all'Ama Dablan, insieme al suo compagno a quota 6.812 metri, era stremato. "Avevo crampi alle mani e ai piedi" racconta ma nonostante siano passati due mesi ancora oggi sembra non essersi reso conto della grande impresa compiuta. Francesco è consapevole di aver corso dei rischi per conquistare in così poche ore un traguardo per il quale si impiegano, in genere, quattro giorni. Il 13 ottobre, alle pendici del monte Gurja, la spedizione fu anche segnata da una tragedia, ossia la morte di nove alpinisti. Dopo questa tragedia, alcuni suoi compagni rinunciarono anche perché il bollettino meteo non prometteva bene. Ma Francesco decise di proseguire e ora la sua impresa resterà scritta nella storia.