Storico presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Abruzzo ha lavorato nelle più importanti redazioni italiane e ha formato generazioni di praticanti
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È morto all'età di 85 anni Franco Abruzzo, storico presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Oltre ad aver lavorato per i più importanti quotidiani nazionali, Abruzzo ha formato generazioni e generazioni di praticanti in vista dell'esame da professionista grazie ai suoi manuali. La sua passione per il giornalismo lo portò anche a curare una newsletter "notiziario" che ha raggiunto oltre 70mila professionisti, compresi magistrati e docenti universitari.
"Un professionista serio e un qualificato rappresentante delle più alte istituzioni della nostra categoria. Ma, soprattutto, un amico, un collega con il quale posso dire di aver condiviso ogni passaggio di una carriera giornalistica accomunata dalle origini calabresi, dagli inizi a Sesto San Giovanni, dall'approdo nei quotidiani milanesi, fino alle battaglie all'Ordine e al Sindaco dei giornalisti", ha commentato il collega Giuseppe Galizzi. "Una notizia che mi addolora. All'adorata moglie Diana e alle figlie Vittoria e Anna Maria le più sentite condoglianze di tutta la nostra categoria".
Nato a Cosenza il 3 agosto 1939, Franco Abruzzo ha iniziato l'attività giornalistica, dalla Calabria al Tempo e al Giornale d'Italia. Primo praticante riconosciuto d'ufficio nel nostro Paese, si è trasferito nel 1962 a Milano dove ha iniziato a lavorare al Giorno come cronista giudiziario. Per il suo lavoro è stato anche minacciato da Luciano Liggio, capomafia che aveva organizzato diversi sequestri di persona, per poi diventare caposervizio e occuparsi di politica e cronache nazionali. Nel 1993 è passato a Il Sole 24 Ore, dove è rimasto fino alla pensione nel 2001. Nel 1978 è stato fra i fautori, con Walter Tobagi, di Stampa Democratica. Nel consiglio dell'Ordine dei Giornalisti è entrato nel 1986, l'ultima volta è stato eletto nel 2010.
"L'Ordine lombardo, per diversi aspetti, risente ancora della sua impronta, soprattutto - si legge nel tributo pubblicato sul sito dell'Ordine - nell'attenzione a quei colleghi più deboli, privi di diritti". "Fondamentale è stata anche la sua attenzione alla Formazione", con il potenziamento dell'Istituto Carlo de Martino "che ha preparato in 30 anni 682 giornalisti professionisti e si è poi trasformato in un Master dell'Università di Milano".