Lo ha chiarito il direttore del laboratorio del Ris di Parma al processo davanti alla Corte d'Assise di Udine contro Ruotolo, unico imputato per il duplice omicidio
Non c'è nessuna traccia del Dna di Giosuè Ruotolo sul bossolo e sugli altri campioni biologici raccolti nella vettura di Teresa Costanza e Trifone Ragone, la coppia di fidanzati uccisi nel marzo 2015 in un parcheggio a Pordenone. Lo ha chiarito il Ris di Parma al processo contro Ruotolo, accusato per il duplice omicidio. E non c'è nessuna traccia del Dna delle due vittime sui campioni raccolti sui vestiti e nell'auto dell'imputato.
"E' un elemento fortemente significativo", ha commentato l'avvocato Giuseppe Esposito, uno dei legali del collegio di difesa. "Sul bossolo trovato in auto c'è un profilo genotipico appartenente a una delle vittime e un altro profilo genotipico minoritario, ma comunque utilizzabile per il confronto, che non appartiene a Giosuè Ruotolo", ha spiegato ancora l'avvocato.
Sulla pistola Beretta trovata nel laghetto del Parco di San Valentino di Pordenone utilizzata per commettere l'omicidio della coppia di fidanzati non sono state trovate tracce utili di Dna, a causa della sua permanenza in acqua, ha spiegato il capitano del Ris di Parma, Nicola Staiti. Dalle analisi effettuate su una serie di tamponi eseguiti in casa e sull'auto di Ruotolo e una serie di oggetti sequestrati sempre all'imputato è stato rinvenuto il suo Dna, mentre quelle su un barattolo trovato sotto l'auto dei fidanzati hanno fatto emergere il profilo del Dna di Trifone Ragone.
La Corte di Assise ha ascoltato anche il luogotenente dei carabinieri dei Ros di Udine Paolo Tommasi che ha ricostruito gli spostamenti della coppia di fidanzati il giorno dell'omicidio, tramite il gps della Suzuki Alto e delle immagini delle telecamere di sorveglianza. La sua testimonianza si è soffermata sulle immagini delle telecamere che riprendono il percorso dell'Audi A3 di Ruotolo, sul cui lunotto è stato notato un pupazzetto e un tagliando assicurativo che hanno consentito agli investigatori di identificare la vettura, insieme al fascio di luce prodotto dal fanale anteriore destro e al fanale posteriore sinistro oscurato.
"Con l'ultima testimonianza di Tommasi è emerso che un quarto d'ora prima del fatto e un quarto d'ora dopo le telecamere hanno ripreso l'unica Audi che è quella dell'odierno imputato. Credo che questo sia l'elemento più forte della giornata", ha detto Nicodemo Gentile, uno dei legali che tutela gli interessi dei familiari delle vittime.