Si tratta del militare campano accusato da settembre del duplice omicidio. Teresa Costanza e Trifone Ragone furono uccisi il 17 marzo del 2015. Domiciliari per Rosaria Patrone, la 24enne fidanzata di Giosuè Ruotolo
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Giosuè Ruotolo, il militare campano di 26 anni accusato del duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, la coppia di fidanzati uccisa a colpi di pistola il 17 marzo 2015 a Pordenone, è stato arrestato. Domiciliari, invece, per la fidanzata di Ruotolo, Rosaria Patrone, 24 anni, sotto accusa per favoreggiamento, false attestazioni e istigazione.
Caporalmaggiore dell'Esercito, di Somma Vesuviana (Napoli), Ruotolo è stato commilitone di Trifone Ragone, ucciso insieme con la fidanzata davanti al Palazzetto dello Sport di Pordenone.
Legale Ruotolo: "Colti di sorpresa" - "L'arresto del mio assistito ci coglie completamente di sorpresa perché sono passati sei mesi dall'iscrizione del registro degli indagati e non capiamo quali circostanze possono essere mutate rispetto ad allora per giustificare questo provvedimento". Lo ha dichiarato l'avvocato Roberto Rigoni Stern confermando che il proprio assistito è nel carcere di Belluno dopo essere stato prelevato dalla caserma Mittica della Brigata Ariete dove presta servizio. "Paradossalmente - ha aggiunto - ci fa uscire da una incredibile situazione di sospensione in cui eravamo tenuti dalla fine del mese di settembre senza poter accedere in alcun modo agli atti dell'inchiesta. Appena letta la motivazione con cui il gip ha accettato la proposta di arresto giunta dalla Procura presenteremo immediata istanza al tribunale del riesame di Trieste affinché Ruotolo torni immediatamente in libertà. Siamo sempre più persuasi di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti e proprio l'accesso agli atti ci garantirà un contradditorio e la spiegazione ai punti interrogativi sollecitati dall'accusa".
Avvocato Ragone: "Provvedimento da tempo atteso" - "Un provvedimento da tempo atteso perché ritenevamo da sempre gravissimo il quadro indiziario a carico di Ruotolo. Siamo soddisfatti perché adesso anche un giudice terzo lo ha certificato con la custodia in carcere. Siamo consapevoli che questa misura non significa ancora responsabilità, però è un primo passo importante verso l'accertamento della verità per dare giustizia a Trifone e Teresa". Lo ha detto Nicodemo Gentile, avvocato di Gianni Ragone, fratello della vittima Trifone.
La vicenda - Trifone Ragone e Teresa Costanza furono trucidati con sei colpi di pistola sparati a bruciapelo mentre si trovavano nella loro utilitaria poco dopo essere usciti dalla palestra dove l'uomo faceva pesistica, e dove Teresa era andata a prenderlo. Per circa sei mesi le indagini non avevano consentito di raccogliere elementi significativi nonostante gli inquirenti avessero sentito oltre ottocento persone. La prima svolta è giunta alla metà del mese di settembre 2015, quando gli investigatori riuscirono a isolare alcuni fotogrammi di telecamere di videosorveglianza comunali da cui si notò che l'Audi A3 di Ruotolo si era fermata per circa sette minuti durante il tragitto dal Palazzetto dello sport e l'abitazione del militare, in un orario compatibile con quello del duplice omicidio.
La Procura decise quindi di scandagliare il laghetto del parco di San Valentino, nella convinzione che il presunto omicida avesse potuto gettare soltanto in quella zona l'arma del delitto. Pistola Beretta che venne trovata dai sommozzatori dell'Arma e che, grazie alla comparazione dei Ris, è stata individuata come l'arma utilizzata dall'omicida. In quel momento Ruotolo fu indagato e interrogato una prima volta, per otto ore. Qualche settimana dopo anche la fidanzata fu coinvolta nell'inchiesta. Sarà interrogata il 23 dicembre 2015, e si avvalse della facoltà di non rispondere.
Il tre febbraio, l'ultimo passo: la Procura ha inviato al gip una richiesta di arresto, motivata in un centinaio di pagine.