Trieste, la protesta dei portuali contro il Green pass
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"E' giusto che mi assuma le mie responsabilità", afferma il portavoce dei contestatori. L'appello dei sindacati: "Liberate il porto"
Stefano Puzzer, uno dei leader della protesta contro l'obbligo del Green pass, si è dimesso dal Coordinamento dei portuali di Trieste. "Proseguiremo ad oltranza": le parole sono le stesse, ma a pronunciarle stavolta non è il comitato dei lavoratori, bensì la portavoce di un altro "gruppo", quello dei No Green pass di Trieste. L'annuncio sancisce il passaggio di mano della "piazza dai lavoratori" all'eterogenea composizione dei contrari ai vaccini e al Green pass.
"E' giusto che mi assuma le mie responsabilità. Una di queste è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 ottobre. La decisione di rassegnare le dimissioni è solo mia e non è stata forzata da nessuno. Anzi, non volevano accettarle, ma io le ho pretese", ha precisato Puzzer. E intanto i sindacati hanno lanciato un appello: "Liberate il porto, dobbiamo lavorare".
Stefano Puzzer "non è il dio di nessuno, ma uno che parla perché forse sa parlare meglio degli altri, perché è meno timido degli altri. Ma questa lotta contro il decreto è di tutti i lavoratori portuali, di tutti i lavoratori italiani", ha detto il portavoce parlando ai manifestanti per spiegare le ragioni delle sue dimissioni.
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Tra la fine della seconda giornata di manifestazioni e la terza, si consuma il passaggio del testimone. Mentre il Clpt si suicidava liquefacendosi tra errori di comunicazione e spaccature al suo interno, nella leadership è subentrata l'organizzazione che inneggia allo slogan più categorico, scandito dalle voci di migliaia di simpatizzanti: "No Green pass".
L'appello dei sindacati: "Liberate il porto" - Le legittime manifestazioni di dissenso "devono essere garantite, ma non possono impedire ad un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro", hanno invece affermato Cgil, Cisl e Uil. "Quelle persone che hanno dimostrato solidarietà a quei lavoratori portuali in presidio facciano un passo in avanti e liberino il porto e quei lavoratori da un peso e una responsabilità che non hanno. Non si esasperi questa situazione perché, nel rispetto di tutte le idee, chiediamo che la maggioranza non sia ostaggio di una minoranza".
"Forte legame tra città e porto" - Nella nota le sigle sindacali hanno inoltre sottolineato il "forte legame tra il porto, i suoi lavoratori e la città" che "non può e non deve essere compromesso da persone che con il porto non hanno nulla a che fare. Il risultato sindacale dà una risposta di solidarietà tra i lavoratori del porto e indica una possibile soluzione anche per altri lavoratori". L'appello è dunque ai "molti lavoratori portuali che in questi giorni hanno scelto di lavorare e garantire con grande responsabilità e senso di appartenenza l'indispensabile continuità operativa, parlando con dignità alla città e all'autorità portuale".
No Green pass: "Avanti a oltranza" - Da parte sua, il Coordinamento No Green pass Trieste ha fatto sapere di voler proseguire "a oltranza" le mobilitazioni e i presidi al varco 4, definendo i contorni di "una battaglia per la libertà di tutti contro questo ulteriore ricatto".
Sale la tensione - Nel pomeriggio di domenica si sono radunate circa quattromila persone all’ingresso del Molo VII, teatro della protesta dall'alba di venerdì. Non solo triestini e portuali, ma anche persone provenienti un po' da tutta Italia, in special modo da Bergamo, Roma e Napoli. Fra i manifestanti è però salita la tensione: non solo fra No Green pass e portuali, ma anche all'interno dello stesso Coordinamento.