Orrore a Pordenone, massacra moglie e figlia di 7 anni a colpi di accetta
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Abdelhadi Lahmar, marocchino, è stato arrestato dalla polizia. Da tempo in Italia, era al momento disoccupato. La donna voleva lasciare il marito
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Ha ucciso la moglie e la figlia Hiba di 7 anni con un'accetta e poi ha chiamato la polizia, che lo ha arrestato. Il fatto è accaduto in un'abitazione a Pordenone. Abdelhadi Lahmar, di 40 anni, marocchino, era al momento disoccupato. La moglie Touria Errebaibi aveva 30 anni. Da tempo vivevano in Italia. La donna, si è poi saputo, voleva lasciare il marito.
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Il dramma si è consumato attorno alle 3 in un'abitazione di via San Vito. Quando i soccorsi sono giunti sul posto la donna e la bambina erano già morte. L'uomo ha svolto numerosi lavori molti dei quali saltuari; di recente è stato nel proprio Paese per un viaggio. Touria Errebaibi, oltre ad occuparsi della famiglia, in passato ha lavorato come cameriera in alcuni ristoranti del centro.
"Una mattanza" - Così gli uomini dei soccorsi hanno definito la scena all'interno dell'appartamento di San Vito di Pordenone. Secondo una prima ricostruzione degli investigatori della Polizia, che si sono avvalsi della collaborazione del medico legale Lucio Bomben, l'uomo avrebbe dapprima ucciso la moglie e poi la piccola. La donna sarebbe stata afferrata e spinta sul letto nella camera da letto matrimoniale, poi colpita con un'accetta per una decina di volte.
Subito dopo l'uomo è andato nella cameretta dove dormiva la bimba e l'ha sgozzata nel sonno utilizzando un coltello. Secondo quanto si è appreso come gesto di pietà nei confronti della figlia, l'assassino avrebbe preso un lenzuolo e con quello le avrebbe coperto il volto.
La donna si era rivolta ai carabinieri - Lunedì la donna era andata dai carabinieri perché temeva che il marito portasse in Marocco la figlia. La conferma arriva dal Comando provinciale. "Ci ha detto - hanno spiegato i militari - di volersi separare perché litigava col marito che talvolta diventava violento. Non voleva presentare denuncia, ma era in cerca di un consiglio, temeva che il consorte potesse portare la bambina in Marocco". I militari lo stesso giorno hanno poi convocato l'uomo in caserma.
Touria stava per lasciare marito - Le violenze compiute da Abdelhadi Lahmar nei confronti della moglie Touria Errebaibi risalgono ad almeno cinque anni fa, quando la donna si era rivolta all'associazione "Voce donna" di Pordenone per chiedere aiuto dopo che l'uomo, appunto, l'aveva picchiata e in almeno un'occasione in modo tanto violento da costringerla a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso.
Voleva andare in una struttura protetta - Secondo quanto riferito i vertici dell' organizzazione, che si occupa di donne maltrattate, una decina di giorni fa Touria, appreso che il marito stava per rientrare dal Marocco, si era accordata perché il 7 aprile, due giorni prima del ritorno, si trasferisse in una struttura protetta, con la bimba. Ma quel giorno la donna non si presentò e agli operatori che le telefonarono non rispose.
Questi, però, si tranquillizzarono apprendendo che la bimba continuava a frequentare regolarmente le lezioni. Le sue amiche hanno poi confidato che Touria aveva detto che non sarebbe più rimasta in casa con il marito. Una in particolare ha detto che la vittima aveva ritirato i risparmi dalla banca.