Pordenone, si battono nuove piste: spunta l'ipotesi della lupara bianca
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Antonio Costanza, fratello del padre della donna fu ucciso perché avrebbe rivelato il nascondiglio di un boss mafioso
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Si fa sempre più fitto il mistero sul duplice omicidio di Pordenone dove si attende una svolta nelle indagini che pare non arrivare ancora. Il movente dell'esecuzione dei due fidanzati trentenni, Trifone Ragone e Teresa Costanza, è ancora tutto da chiarire. Si fa strada anche l'ipotesi della criminalità organizzata. Antonio Costanza, fratello del padre della donna fu erroneamente vittima anni fa della lupara bianca in Sicilia.
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Collaboratori di giustizia raccontarono ai magistrati che Antonio Costanza fu ucciso nel 1995 e poi sepolto con la sua auto in un terreno di Campofranco (Caltanissetta) perché erroneamente indicato come colui che avrebbe indicato agli investigatori il nascondiglio di un boss poi arrestato.
Per ora, l'unico dato inconfutabile lo ha ricordato lo stesso Procuratore Martani: "Siamo di fronte a un assassino che ha dimostrato estrema determinazione e freddezza". E un'ottima conoscenza dei luoghi, sfuggendo all'occhio delle telecamere presenti e dileguandosi senza che decine di persone, impegnate in attività sportive, nella principale struttura ricreativa della città, notassero anche solo un minimo movimento sospetto.