PREMIER E SINDACATI

Primo Maggio, Cgil-Cisl-Uil: "Basta con i sorrisi e gli annunci, ora i fatti"

I sindacati da Pordenone incalzano il governo per il lavoro: "Bisogna cambiare davvero marcia". Napolitano: "Quest'anno il nome della festa è 'allarme lavoro'"

01 Mag 2014 - 23:27
 © ansa

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Basta con "sorrisi" e "annunci", servono "riforme che cambino a fondo il Paese", dice Susanna Camusso dal palco del Primo Maggio a Pordenone. Il messaggio di Cgil, Cisl e Uil al governo è lo stesso. "Cambiare marcia, serve un governo che le cose le faccia", dice Luigi Angeletti della Uil. E Raffaele Bonanni della Cisl aggiunge: basta "teatrini", servono "progetti chiari e trasparenti". Napolitano: "Emergenza lavoro, ora il massimo di riforme".

L'angoscia di Napolitano - Questo primo maggio purtroppo ha un nome: si chiama "allarme lavoro". E per provare a frenare la disoccupazione - gravissima al sud quella giovanile e femminile - c'e' una sola strada: realizzare il massimo delle riforme, discutere ma poi decidere e mostrare tutti (sindacati per primi) "coraggio e innovazione". Non ha nascosto la propria personale angoscia Giorgio Napolitano per i terribili dati sulla disoccupazione in Italia. E ha lanciato un appello alla ragionevolezza di tutti nella giornata che celebra il lavoro spiegando senza peli sulla lingua che oggi più che mai "si impongono riforme razionalizzatrici, dal mercato del lavoro al sistema tributario, e politiche severe di impiego trasparente e produttivo del denaro pubblico, incidendo su sprechi, corruzione, privilegi e parassitismi".

Sulla stessa lunghezza d'onda Matteo Renzi che proprio contro la burocrazia sta lavorando in questi giorni. Il premier ha dovuto constatare però che la gravità della malattia che affligge l'Italia non si può curare in un solo mese. Resta comunque un monito chiarissimo, quello del presidente della Repubblica. Napolitano da un lato ha pungolato Governo, forze sociali e Parlamento a sbrigarsi, dall'altro sembra fornire una sorta di 'endorsement' alle linee guida per la riforma della pubblica amministrazione illustrata dal presidente del Consiglio.

Misure che hanno proprio l'obiettivo di cercare di semplificare la barocca struttura normativa italiana. "Non è facile 'slegare' questo Paese da lacci inutili e anacronistici" e "soprattutto, non lo si fa in un giorno e nemmeno in un mese", ha premesso il presidente del Consiglio in una lettera al quotidiano 'Europa'. Ma bisogna farlo e senza cadere negli errori del passato, per esempio cedendo all'impulso di decidere attraverso "estenuanti trattative" o seguendo "i tempi lunghissimi della politica tradizionale".

Napolitano: "Anche i sindacati devono cambiare" - Infine dal presidente non e' mancato un invito al cambiamento diretto alle organizzazioni sindacali: "i sindacati hanno un ruolo essenziale", ha premesso Napolitano. Ma oggi, nel momento di crisi, sono chiamati "a concorrere alla ricerca di soluzioni solidaristiche e innovative coraggiose e determinate".

Camusso: "Basta coi sorrisi" - Riforme vere, non "sorrisi e annunci". E investimenti, "buona economia per creare lavoro, non più solo tagli e profitti. I Leader di Cgil, Cisl e Uil dalla manifestazione del Primo Maggio incalzano il Governo Renzi usando le sue stesse parole d'ordine: "Cambi davvero marcia". E incalzano un sistema imprenditoriale giudicato assente, concentrato su tagli e dividendi, miope nel non creare sviluppo e futuro, pronto più a delocalizzare che a investire. E il ministro del lavoro Giuliano Poletti dice di comprendere i timori dei sindacati ma ribadisce di voler cambiare norme sulla carta buone ma che producono in realtà effetti non positivi. La priorità del governo è "la disoccupazione giovanile", ricorda il ministro, altrimenti la ripresa del paese non arriverà e il governo andrà comunque avanti con il Jobs Act dopo il decreto lavoro che alla Camera non e' stato stravolto con gli emendamenti proposti dalla COmmissione Lavoro.

Servono un governo e una politica che siano fatti "non solo di annunci ma di riforme per cambiare a fondo il Paese", servono "qualche sorriso in meno e qualche speranza in piu' per il mondo del lavoro", chiede la leader Cgil Susanna Camusso: "Il governo non pensi che si possa continuare, come è stato fatto in questi anni, con una politica che scarica i costi sui lavoratori e sui pensionati, che non ha creato posti di lavoro e che continua a impoverire il Paese".

"Servono investimenti, non nuove leggi" - Servono investimenti e non nuove regole per il mercato del Lavoro dicono con forza i tre leader dei sindacati confederali: "Smettiamola di creare leggi. Una legge non crea lavoro, una legge può anche cancellare la speranza di lavoro", avverte Camusso. "Il lavoro non si crea con le nuove norme ma con la buona economia. Sono bugiardi se dicono il contrario", dice per la Cisl Raffaele Bonanni. E Per la Uil Luigi Angeletti insiste: nelle regole e nelle scelte di politica industriale "pessime idee hanno fatto troppi danni, creato molti disagi, danneggiato migliaia di persone".

Ok agli 80 euro in busta paga - Bene il bonus in busta paga del Governo Renzi: "un po' di redistribuzione fiscale" è la strada giusta, ma ora bisogna pensare anche a incapienti, precari, pensionati, avvertono i sindacati. Renzi pensi anche "ai lavoratori più poveri, calpestati, sfruttati: un milione di persone abbandonate", avverte Bonanni. Non mancano le stoccate alle imprese. "Non può esserci crescita e sviluppo senza fabbriche", dice Angeletti. Così non si esce dalla crisi "pensando che si impoveriscono ancora i lavoratori e si arricchiscono i profitti", dice Camusso: bisogna superare "l'idea che per affrontare la crisi e per investire bisognava togliere risorse dai lavoratori con il risultato che abbiamo tanti imprenditori che vogliono togliere soldi ai lavoratori ma non mettono un soldo negli investimenti".

I sindacati si candidano ad un ruolo di alleati del governo per le riforme, ma chiedono "basta teatrini che non aiutano l'Italia", come dice Bonanni: "Qual è la discussione che c'è oggi nel Paese? C'è una idea vera? C'è una iniziativa per rendere la vita più facile per le nostre produzioni? Chi vuol rinnovare il Paese o fa questo o ci sta prendendo in giro", avverte il leader Cisl. Serve un esecutivo "che le cose le faccia", insiste Angeletti, perché "cambiare il Paese si deve e si può" ma si deve fare "insieme ai cittadini", con "rispetto, umilta', vera conoscenza dei problemi". Così anche per Susanna Camusso ora "bisogna avere il coraggio di passare ad una stagione vera di investimenti per il lavoro".

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