Friuli, i giovani dispersi per la piena del fiume Natisone
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Potevano essere strappati alla furia delle acque del fiume e così alla morte Bianca, Patrizia e Cristian? "Accertata la correttezza dei protocolli, ma in futuro interventi più efficaci". E il ministro Musumeci chiede una relazione
Bianca, Patrizia e Cristian potevano essere strappati alla furia del fiume Natisone ed essere salvati? "Sarebbe bastato un minuto in più di tempo" - a detta degli esperti - e sulle loro teste sarebbe arrivato l'elicottero dei vigili del fuoco, Drago, che al primo allarme si era immediatamente alzato da Venezia. "E' partito da una località troppo distante dal luogo della tragedia nel territorio di Udine", è l'accusa che alimenta la polemica, in qualche modo, però, arginata sul nascere da una certezza: "Protocolli d'intervento rispettati". Ma il ministro Nello Musumeci chiede una relazione sui tempi di soccorso al prefetto di Udine, Domenico Lione.
Prima ancora che Drago arrivasse in Friuli, sul posto della disgrazia era giunto l'equipaggio con a bordo il personale sanitario d'emergenza, dirottato sopra il Natisone quando sono state diffuse informazioni maggiormente dettagliate. Da quanto si è appreso, le tempistiche dei soccorsi saranno sì analizzate ma non per iscrivere qualcuno nel registro degli indagati, dal momento che è già stata accertata la correttezza dei protocolli. "Ma bisogna rendere ancora più efficaci i futuri coordinamenti", è la morale di questa tragedia.
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Il fascicolo, senza indagati, mira solo a fare chiarezza sull'accaduto; anche tra i vari enti deputati istituzionalmente ai soccorsi, è stato aperto un dibattito per eventualmente migliorare i protocolli. Si discute, ad esempio, se invece di attivare l'elicottero Drago dei vigili del fuoco, di stanza all'aeroporto Marco Polo di Venezia, non fosse stato più opportuno far alzare in volo l'elicottero sanitario della Sores Fvg, con tecnico del Soccorso alpino a bordo, operativo da Campoformido (Udine), che dista soltanto una manciata di minuti di volo da Premariacco.
Il lavoro dei soccorritori e delle forze dell'ordine, comunque, non è finito: l'imperativo è restituire anche il corpo di Cristian alla sua famiglia. In Friuli è arrivato il fratello, che abita in Austria. Non si dà pace. I due erano stati assieme fino a poche ore prima. Poi il giovane in auto aveva raggiunto la fidanzata Bianca, per stare un po' con lei, approfittando della sua trasferta a Udine per salutare i genitori, che vivono in Italia da tempo.
Dopo che il ministro con delega alla Protezione Civile Nello Musumeci ha annunciato di aver chiesto al prefetto di Udine Domenico Lione, una dettagliata relazione sulle primissime attività di soccorso svolte subito dopo l'allarme lanciato dai tre ragazzi travolti dalla piena del Natisone, la Procura starebbe per acquisire i tabulati relativi alle richieste di aiuto. Lo apprende l'agenzia di stampa Ansa da fonti vicine all'inchiesta. Il ministro Musumeci, già due giorni fa, aveva postato sul proprio profilo Facebook un messaggio in cui annunciava che avrebbe chiesto al prefetto "una dettagliata relazione sulle primissime attività di soccorso svolte subito dopo l'allarme".
Circa la ricostruzione dell'accaduto, nelle scorse ore il sindaco di Premariacco, Michele De Sabata, ha reso noto che, da quanto gli è stato riferito da fonti accreditate, una delle ragazze non sapeva nuotare. Può essere questo l'elemento che ha fatto desistere i ragazzi dal tentare di guadare la lingua d'acqua, non ancora mostruosa, formatasi alle loro spalle e che li aveva isolati.
"Profondo cordoglio" è stato espresso dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga e dal Comune di Udine, che ha sospeso iniziative di divertimento in segno di rispetto nei confronti dei famigliari delle vittime.