Sabrina Di Biase, infermiera 34enne e mamma di 4 figli, l'anno scorso ha sposato una donna, la sua fidanzata. Ha trovato il cartello intimidatorio incollato sul suo armadietto e ha denunciato l'accaduto
Sabrina, madre di quattro figli avuti con un precedente compagno, ha capito un anno fa di amare una donna, decidendo di non nascondere il suo orientamento sessuale e di sposare, al più presto, la sua fidanzata. Nell'ospedale dove lavora, il Manzoni di Lecco, tutti lo sanno ma non tutti approvano. Battutine, sguardi indiscreti, fino all'ultima... una vera e propria intimidazione: "Fuori da qua lesbica!". Una scritta a caratteri cubitali con il pennarello blu incollata sul suo armadietto. "Un'azione ignobile - denuncia Fabrizio Marrazzo portavoce Gay Center - Chiediamo al Ministro Speranza un'ispezione".
Sabrina, infermiera 34enne, ha trovato il coraggio di denunciare l'attacco omofobo, rivolgendosi al sindacato prima e sporgendo denuncia contro ignoti subito dopo. "Il posto di lavoro dovrebbe essere il più tutelante possibile e invece questo brutto gesto dimostra che purtroppo esistono ancora casi in cui la realtà è ben diversa - commenta Massimo Coppia, segretario sanità pubblica del sindacato Uil Fpl del Lario, a cui la donna si è rivolta - L'abbiamo subito invitata a sporgere denuncia alle forze dell'ordine contro ignoti, cosa che lei ha fatto, e le stiamo fornendo tutto il supporto normo-giuridico per far fronte alla situazione". La notizia, diffusa dal Giornale di Lecco, è stata condivisa sui social, raccogliendo l'indignazione di molti: "Quanto accaduto è molto grave - aggiunge il portavoce del Gay Center - purtroppo non è un episodio isolato, Pertanto chiediamo al Governo di uscire dal silenzio e di varare una legge contro l'omotransfobia che prevenga e contrasti tali azioni discriminatorie."