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"Intelligenza artificiale per accelerare i tempi di scarcerazione"

Irma Conti a Tgcom24: l'IA può favorire l'accesso alle misure alternative grazie alla riduzione dei tempi della fase istruttoria: "C'è chi aspetta più di un anno"

di Micaela Nasca
03 Mar 2025 - 18:23
 © Ufficio stampa

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La più grande innovazione degli ultimi tempi al servizio di chi vive quotidianamente la privazione della propria libertà. Intelligenza artificiale e carcere potrebbero sembrare due "mondi" inconciliabili e invece affidarsi a questa nuova tecnologia potrebbe aiutare a combattere la burocrazia e gli ostacoli che peggiorano le condizioni già difficili di detenzione. Ne è convinta Irma Conti del collegio del Garante dei detenuti a Tgcom24 apre alle nuove intuizioni dell'IA da mettere al servizio dell'esecuzione penale. "Sono19mila i detenuti che hanno pene residue fino a tre anni e sulla base della normativa potrebbero chiedere di uscire dal carcere optando per misure alternative. Ma la burocrazia crea ostacoli: di fronte a una carenza grave e strutturale di organico, l'intelligenza artificiale potrebbe venire in soccorso accorciando attese spesso molto lunghe. Ricordiamoci che i detenuti pagano con il trattamento ma anche con la moneta del tempo la loro pena".   

L'intelligenza artificiale può quindi davvero essere applicabile all'esecuzione penale? Non è solo un'idea suggestiva? 

Sì certo. E le parole d'ordine sono: sburocratizzare e innovare l'esecuzione penale. Partiamo da un dato: che abbiamo l'estrema necessità di semplificare l'azione penale sia a livello di organico sia a livello di informatizzazione. E qui l'intelligenza artificiale può venire in soccorso. Pensiamo a tutti i detenuti che sulla base della normativa potrebbero uscire dal carcere e vorrebbero chiedere di accedere alle misure alternative. Purtroppo si trovano di fronte un muro di burocrazia e impedimenti: ostacoli che potrebbero essere in parte rimossi con l'informatizzazione e l'intelligenza artificiale

Come esattamente? 

Velocizzando e di molto la fase istruttoria, quella della valutazione di requisiti: è una fase ricognitiva in cui si potrebbero verificare molti fattori affidandosi alla tecnologia. La valutazione dei requisiti del detenuto per accedere alle misure alternative si basa anche su criteri oggettivi e valutazione del caso. Valutazione che può essere fatta con metodi e criteri anche informatici 

Può fare qualche esempio?

Pensi anche alla richiesta di sospensione della detenzione per motivi di salute, oppure alla valutazione dell’idoneità del domicilio per accedere alle misure alternative. Requisiti che ad oggi vanno verificati con ausilio del personale del tribunale o polizia giudiziaria. Questa sembra una cosa semplice ma se messa in un contesto di 62mila persone e di 190 istituti tanto semplice non è e richiede un sacco di tempo e personale che come sappiamo scarseggia. Ecco che l'intelligenza artificiale su alcune fasi può snellire le procedure e accorciare molto l'iter di approvazione delle domande nella fase istruttoria. 

Quanto dura solo la fase istruttoria di solito?

Prima viene presentata l'istanza, poi fatta l'istruttoria poi fissata udienza. Tra l'istanza e l'udienza passano mesi e mesi. Quindi semplificare questa fase potrebbe incidere sui tempi di attesa di solito accelerando processi che durano fino a un anno e mezzo e per un detenuto che ha meno di tre anni da scontare è moltissimo. 

Quanti sono i detenuti che potrebbero beneficiare di un iter più breve di valutazione delle loro istanze?

Sono 19mila i detenuti che hanno pene residue fino a tre anni e sulla base della normativa potrebbero fare un'istanza per chiedere uscire dal carcere optando per misure alternative. Certo non tutti 19 mila sicuramente hanno i requisiti per accedere al beneficio ma di certo, visto il numero considerevole di domande, molti di loro potrebbero vedersi ridurre i tempi di concessione delle misure alternative e scarcerazione se alcuni passaggi della fase istruttoria passassero "nelle mani" dell'intelligenza artificiale.  

Ci sono le risorse per affidare all'intelligenza artificiale questa grande macchina burocratica dell'esecuzione penale? 

I soldi ci sono. Il vero grande problema è la carenza di personale, nei tribunali e nella polizia penitenziaria. Le risorse che mancano sono quelle fisiche per istruire i fascicoli e le istanze.  E questo non è un fenomeno esploso oggi ma una situazione patologica e cronica. Se non c'è la polizia penitenziaria non si possono sfruttare le potenzialità di cui possono beneficiare i detenuti negli istituti di pena.

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