COLPO DI SCENA?

Garlasco, aperta una "seconda indagine" sulla morte di Chiara Poggi

Intanto il Procuratore generale di Milano ha accolto l'istanza di richiesta della revisione del processo presentata dalla difesa di Alberto Stasi

23 Dic 2016 - 14:16

La Procura di Pavia "riapre" il caso dell'omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. La nuova indagine parte da un esposto presentato dalla madre di Alberto Stasi, l'allora fidanzato di Chiara condannato per il suo omicidio a 16 anni di carcere: secondo  la difesa di Stasi sotto le unghie di Chiara era presente infatti il Dna di Andrea Sempio, all'epoca dei fatti amico del fratello di Chiara. La Procura indaga sul 28enne.

L'alibi del giovane vacilla - Il giovane, come riporta il Corriere della Sera, era un amico del fratello di Chiara e non era insolito che frequentasse casa Poggi. "Contro" di lui, secondo l'indagine della difesa di Stasi, ci sarebbero diversi elementi, all'epoca dei fatti solo parzialmente vagliati dagli inquirenti. Uno di questi è l'alibi di Andrea Sempio, che presenterebbe alcune incongruenze. Chiara inoltre avrebbe aperto al suo assassino in pigiama, segno che probabilmente era una persona conosciuta.

Il numero di scarpa, l'impronta e la bicicletta - Il ragazzo inoltre avrebbe un numero di piede molto simile (tra il 42 e il 42,5) a quello dell'impronta (ritenuta poi dai giudici quella di Alberto Stati) rinvenuta in casa Poggi e ritenuta appartenente all'assassino di Chiara. Il giovane era poi solito girare in bicicletta e proprio la mattina dell'omicidio due testimoni affermarono di aver visto una bici appoggiata sul muro di cinta della villetta di Chiara proprio nel lasso di tempo ritenuto poi quello in cui la ragazza veniva uccisa.

Pg Milano: ok richiesta revisione processo - Intanto il Procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, ritenendola "fondata", ha accolto l'istanza di richiesta della revisione del processo sul delitto di Garlasco presentata dalla difesa di Alberto Stasi. La richiesta è stata trasmessa alla Corte d'Appello di Brescia.

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