alibi a rischio?

Delitto di Garlasco, l'intercettazione shock di Sempio: “Sullo scontrino abbiamo cannato”

Il documento inedito pubblicato da Il Tempo - risalente al 10 febbraio 2017 - è un audio ambientale dei carabinieri di una conversazione tra Sempio e il padre

13 Mar 2025 - 13:15
 © Italy Photo Press

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"Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, che tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima. Io ho detto che l’abbiamo trovato dopo essere stato sentito, già la prima volta... Ero stato sentito e poi l’abbiamo trovato".

Sono le parole di Andrea Sempio, il 37enne indagato nuovamente per l’omicidio di Garlasco, contenute in un'intercettazione inedita pubblicata dal quotidiano Il Tempo. L'audio, risalente alle 19:05:45 del 10 febbraio 2017, è un ambientale dei carabinieri che, subito dopo l’interrogatorio di garanzia dell’inchiesta poi archiviata, avevano ascoltato la famiglia dibattere su alcune incongruenze, in merito alle quali i magistrati avevano chiesto conto a Sempio. Il 37enne discute con il padre delle versioni contrastanti sull'alibi fornito per l'orario del delitto di Chiara Poggi. Alibi che ora trema e potrebbe essere nuovamente messo in discussione.

L'alibi di Sempio dipende dallo scontrino

 Il documento oggetto dell'intercettazione, sul quale Sempio dice di aver "cannato" è uno scontrino di un parcheggio a Vigevano, con l'orario delle 10:18 del 13 agosto. Un pezzetto di carta sul quale si fonda però l'alibi di Sempio per la mattina del delitto. Lo scontrino salta fuori, perfettamente integro, a distanza di oltre un anno, il 4 ottobre 2008, quando Sempio viene nuovamente interrogato come testimone e lo consegna ai carabinieri. "Sono stato io a trovarlo qualche giorno dopo il fatto pulendo la macchina", dice a verbale il padre di Sempio, "quando mia moglie l'ha visto mi ha detto di tenerlo visto quello che era successo quel giorno": una cautela quasi preveggente. Anche perché senza quello scontrino Sempio sarebbe senza alibi: nelle ore del delitto, tra le 9:10 e le 10:20, il suo telefono non aggancia mai la cella di Vigevano, dove dice di essere andato. "Forse - dice la mamma - aveva lasciato il cellulare a casa".

Gli altri elementi

 Contro l’amico di Marco Poggi, fratello della vittima, gli investigatori avevano raccolto una serie di indizi, tra cui le telefonate che l’allora 19enne aveva fatto a casa Poggi nei giorni precedenti al delitto, comprese alcune chiamate notturne. È lo stesso Andrea a raccontare ai genitori, subito dopo un colloquio con il suo avvocato il giorno prima dell’interrogatorio, che gli investigatori avevano scoperto telefonate all’una di notte verso casa di Chiara. Ma li rassicura: non le ha fatte lui, ha prestato il cellulare a Marco. Le altre chiamate le giustificherà ai pm con un errore di invio del numero: anziché contattare Marco al cellulare avrebbe chiamato alla villetta, dove Chiara gli avrebbe detto che il fratello era in vacanza. Nonostante ciò le telefonate non si erano fermate.

Intanto Andrea Sempio si è recato, accompagnato dal suo legale Massimo Lovati, nella caserma dei carabinieri Montebello a Milano, dove è stato convocato in modo coattivo su ordine dell'autorità giudiziaria per sottoporsi al prelievo coatto del dna dopo essersi rifiutato di farlo spontaneamente.

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