L'attore, promotore della campagna #Romasonoio, dà soprattutto la colpa a un’assenza di senso civico tra gli abitanti: “La città viene indicata come un luogo dove tutto è permesso"
Sono passate solo un paio di settimane da quando Alessandro Gassman, munito di ramazza, era sceso in strada per pulire il vicolo della sua casa romana. Ma la situazione è già tornata come prima. Dimenticati i complimenti, le congratulazioni su Twitter. Tutto è di nuovo sporco, già da "dopo neanche tre giorni”. E la colpa, manco a dirlo, è "soprattutto dei romani, o meglio, di coloro che abitano a Roma e che non sempre sono nativi".
Responsabilità, quindi, che non vanno attribuite soltanto all'amministrazione comunale o all'Ama, l'azienda che gestisce i rifiuti, ma soprattutto a un'assenza di senso civico: “La città viene indicata come un luogo dove tutto è permesso -rivela l'attore in un'intervista al Corriere della Sera- Se uno trovasse pulito e ordinato, ci penserebbe due volte a comportarsi in maniera scorretta".
Uno sfogo che arriva dopo mesi di "battaglia”, combattuta in prima persona. A luglio, infatti, Gassman aveva lanciato la campagna #Romasonoio, per rispondere alle diverse lamentele dei cittadini sullo stato di degrado della Capitale. E su Twitter aveva lanciato la sua idea: "Armiamoci di scopa, raccoglitore e busta per la mondezza e ripuliamo ognuno il proprio angoletto della città". Una proposta che sin da subito gli era valsa molti applausi, ma anche feroci critiche.