L'imam della comunità islamica genovese ha preso la parola per commemorare due cittadini albanesi di religione islamica e tutte le altre vittime del crollo del ponte Morandi
© tgcom24
"Il crollo di un ponte è la metafora di due punti che non si toccano piu'". Cosiì l'imam della comunità islamica genovese ha preso la parola, a conclusione dei funerali di Stato alla fiera di Genova, per commemorare due cittadini albanesi di religione islamica e tutte le altre vittime del crollo del ponte Morandi. Dopo un momento di preghiera silenziosa, intercalata dall'invocazione di Allah akbar, l'imam ha preso la parola. "Il crollo di un ponte che sia fisico o metaforico provoca sempre dolore", ha detto, e segna una "perdita grave per l'umanità intera. Il dolore è immenso affidiamo a Dio le nostre preghiere per tutte le vittime, le loro famiglie, i feriti e i disperi ma anche per tutti i soccorritori".
La nostra preghiera", ha detto l'imam suscitando l'applauso di tutti i presenti, "si trasmette anche a tutti coloro che hanno celebrato i funerali in forma privata. Siamo vicini a tutti voi e chiediamo al Signore, colui che nella sua infinità misericordia ci ha insegnato il valore dei ponti, con il primo ponte simbolico che ha unito il primo uomo e la prima donna, creando così l'unione di tutta l'umanità di renderci consapevoli delle nostre responsabilità, chiediamo a lui di accogliere le anime delle vittime e di consolare i loro famigliari. Preghiamo per Genova: saprà rialzarsi con fierezza, la nostra Genova che in arabo significa "la bella", che è nei nostri cuori. Le comunità islamiche di Genova della Liguria e dell'Italia intera pregano affinchè la pace sia con tutti voi. Che il Signore protegga l'Italia e gli italiani", ha concluso l'imam.