LA STORIA

Gioco d'azzardo online, l'allarme della psicologa: "Diversi casi anche tra i bambini"

Dai giochini innocenti al poker: cadere nella trappola non è poi così difficile. I giovani rubano carte di credito e soldi a genitori e nonni. Tgcom24 ne ha parlato con la psicologa clinica e sessuologa Giuliana Guadagnini

di Giorgia Argiolas
29 Nov 2017 - 10:50
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Sin dalla tenera età, i bambini - utilizzando i giochini di Internet ed entrando nel meccanismo gioco-vincita, gioco-perdita - rischiano di cadere nella trappola del gioco d’azzardo online. È proprio quello che è accaduto a un bambino di 7 anni, che ora ne ha 9: il piccolo mandava sms dal telefono dei suoi o chiamava dal fisso dei nonni per andare avanti negli step di gioco, finché la mamma si è resa conto delle spese. Spesso - per alcuni soggetti più vulnerabili di altri - il passo dalla dipendenza dai videogiochi al gioco d’azzardo non è poi così lungo. Il bambino, poi, diventa ragazzo. E il ragazzo adulto. Dai giochini - che comportano il pagamento di cifre irrisorie - si passa al poker. Dal poker alle slot. E, senza neanche rendersene conto, si entra nel tunnel. Tgcom24 ne ha parlato con la psicologa clinica e sessuologa Giuliana Guadagnini.

Dott.ssa Guadagnini, come avviene il primo contatto bambini-gioco a pagamento?
I bambini sono nativi digitali. Iniziano abitualmente a utilizzare i tablet o gli smartphone dei genitori intorno ai 3-4 anni. Spesso si imbattono in giochi, di base gratuiti, che richiedono denaro per gli step successivi e che creano dipendenza perché abituano a ritmi precisi. Avviene così il primo contatto con il gioco a pagamento. I piccoli cominciano a estraniarsi per ore dalla realtà e a utilizzare le carte di credito dei genitori o dei nonni o il loro credito telefonico tramite sms.

Può raccontarci una sua esperienza?
Ho conosciuto e avuto in terapia un ragazzino di 9 anni che ha iniziato con un giochino innocente quando ne aveva 7. Stava sempre chiuso nella sua stanza, attaccato al telefonino o al tablet dei genitori, e spendeva tantissimo per continuare le partite e raggiungere i livelli successivi. La madre e il padre, separati, non sospettavano nulla perché quando controllavano lo vedevano impegnato con giochini innocenti, appunto. Data la sua giovane età, non riusciva a rendersi conto di quanto spendeva. Dopo 4-5 mesi i genitori lo hanno beccato.

Perché i bambini, anche così piccoli, sono attratti dal gioco d’azzardo online?
Il gioco attrae soprattutto i giovani più timidi e isolati. E La storia di questo ragazzino è emblematica. Il suo modo di cercare gratificazione e compagnia era quello. Il bimbo si sentiva solo, non aveva un grande dialogo con i genitori e temeva di essere sgridato. Per questo non si era confidato.

Il ragazzino in questione ora è stato scoperto, ma sono tanti i giovani che crescono, all’insaputa dei genitori, senza riuscire a capire il valore del denaro...
Sì, perché passano dai giochini al poker, ormai abituati a un certo meccanismo: per ottenere di più devi spendere e per spendere basta un clic. Alcuni arrivano, addirittura, a convincersi di poter guadagnare in questo modo. Si tratta di un fattore predittivo di rischio: i ragazzi giocano senza limiti e senza tempi. Non si accorgono più se è giorno o notte. E così, passano da un gioco all’altro senza nemmeno rendersene conto. Da qui, spesso, arrivano a spendere soldi, a perdere ingenti somme di denaro e a diventare giocatori d’azzardo patologici.

Gioco d’azzardo e giovani: i dati - La situazione allarmante e in continuo peggioramento è certificata dai dati: l’Italia è il più grande mercato del gioco d’azzardo in Europa. E se le slot continuano a mietere vittime, il gioco online sta prendendo sempre più piede, soprattutto tra i giovani che sono più avvezzi alla tecnologia e possono camuffare la loro età. La relazione al Parlamento 2016 sullo stato delle tossicodipendenze nel nostro Paese racconta che dei ragazzini tra i 15 e i 19 anni, il 42% ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’anno precedente. Ancora dati. Più di 200mila ragazzi under 19, puntano soldi quattro o più volte la settimana. In generale, i contesti di gioco maggiormente frequentati dai giocatori sono bar/tabaccherie (35%) e sale scommesse (28%), ma anche casa propria o di amici (37%) e Internet (19%).

Abitudine che diventa dipendenza - La facilità di accesso a Internet ha favorito la crescita del numero di minori coinvolti. I giovani, fidelizzati al gioco sin da piccoli, perdono la cognizione del possibile pericolo perché tutto diventa normale. Così, tra una scommessa sportiva e un bingo, tra una partita di poker e un giro di slot, sempre più spesso per gli adolescenti il gioco si trasforma in una vera e propria ossessione. Diventare dipendenti è “semplice”: non si contano più i siti e le app dove puntare dei soldi. Inoltre, il mercato del gioco d’azzardo, negli ultimi anni, ha trovato nuova linfa su Internet grazie alla possibilità di coinvolgere un numero elevato di persone e ai metodi di pagamento che abbassano la percezione della perdita di denaro (carte di credito rispetto ai tradizionali contanti e fiches).

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