IL CHIARIMENTO

Giornalista aggredito a Torino, La Russa: "Travisate le mie parole, mai detto che il cronista doveva qualificarsi"

"Si è trattato di un inaccettabile attacco a un cittadino, ma non è stato un attentato alla libertà d'informazione. Quel gesto è in ogni caso da condannare"

25 Lug 2024 - 10:09
 © Ansa

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Ignazio La Russa chiarisce le sue dichiarazioni sull'aggressione di Torino al cronista Andrea Joly da parte di militanti di CasaPound. E spiega, in una lettera alla "Stampa": "Mi spiace che le mie parole e il mio pensiero siano state totalmente travisate da questo virgolettato". "Ciò che mi preme precisare - sottolinea - è che mai ho detto o pensato che Joly 'doveva' qualificarsi. Semplicemente, non avendolo fatto e presumendo che gli aggressori non lo conoscessero, si può e si deve parlare di una inaccettabile aggressione - anch'essa senza sconti o giustificazioni - verso un cittadino, ma non si può presentare l'accaduto come un attentato alla libertà d'informazione". 

"Aggressione da condannare"

 "In sostanza - riprende il presidente del Senato -, bisogna condannare fortemente la odiosa aggressione - come ho sinceramente fatto - senza però sostenere che vi era stata la inaccettabile volontà di impedire l'esercizio del diritto di cronaca che non può mai essere impedita". 

"Io dico quello che penso"

 Ancora, in un colloquio con "Repubblica", la seconda carica dello Stato sottolinea: "Mi ha colpito di non essere stato criticato per il passaggio precedente, quando ho detto 'non credo che il giornalista fosse lì per caso'". E riprende: "C'è una persona a me cara che mi dice spesso 'perché non sei più cauto?'. Ma io sono così, dico quello che penso. Però, certo, capisco quando me lo dicono, mi interrogo, sono contrastato, a volte penso di sbagliare, poi però mi convinco che ho 77 anni e davvero preferisco dire ciò che penso". 

Antifascista

 C'è poi il rifiuto di definirsi antifascista. E a questo proposito La Russa cita lo storico Franco Cardini, che individua tre antifascismi: contro la dittatura, contro il governo Tambroni e l'antifascismo degli anni Settanta: "Quest'ultimo non posso sentirlo come mio, perché io quegli ani li ho vissuti". E infine, La Russa sottolinea un'altra questione: "Guardi, c'è anche forse il sentimento, il pensiero per i nostri vecchi missini, gente che ha lottato cinquant'anni per il partito, forse è anche giusto avere un po' di, come dire, attenzione verso di loro". 

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