Mattarella: "Ripetiamo ovunque il grido 'mai più! Auschwitz'"
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"Accoglienza. Accoglienza dell'altro, di qualunque colore, di qualunque religione, etnia, nazionalità. L'accoglienza risolverebbe tutti i problemi". Lo ha ribadito la senatrice Liliana Segre, intervenendo al Quirinale per la celebrazione del "Giornata della Memoria", alla presenza tra gli altri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La senatrice, rispondendo a una giovane che le ha chiesto quali parole non dovrebbero mancare nel linguaggio di ciascuno di noi, ha sottolineato che l'accoglienza è la parola che serve "per abbattere i muri dell'indifferenza, dell'ignoranza e della violenza serve".
"Non raccolsi per fortuna quella pistola e diventai una donna di pace, per la vita". Così la senatrice ha ricordato l'attimo della sua scelta di non raccogliere la pistola gettata a terra dal suo carceriere il Primo maggio del 1945, quando si aprirono le porte del lager di Auschwitz, e i kapò del campo si disfarono delle divise, allontanarono i cani e cercarono di mescolarsi ai sopravvissuti.
"Non cediamo allo sconforto. Abbiamo fiducia nel futuro dell'umanità, nella saggezza dei popoli, nella determinazione di tante donne e tanti uomini in grado di impedire con onestà e coraggio, che forze oscure possano prevalere sull'aspirazione naturale dell'umanità alla pace, alla giustizia, alla fratellanza. Ripetiamo allora anche noi, con particolare determinazione in questi nostri giorni, nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, nelle case e nelle piazze, quel grido forte e alto, che proviene, ogni giorno e per sempre, dal recinto di Auschwitz: 'Mai più!'". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione del Giorno della memoria al Quirinale.