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Il Pontefice ha varcato la soglia a piedi (e non sulla sedia a rotelle come era accaduto nella basilica di San Pietro)
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Papa Francesco ha aperto la Porta Santa nel carcere di Rebibbia, un gesto simbolico voluto fortemente del Pontefice per coinvolgere tutta la popolazione carceraria del mondo nel Giubileo della speranza. Il Pontefice ha varcato la Porta Santa a piedi (e non sulla sedia a rotelle come era accaduto nella basilica di San Pietro). Accanto a lui il vescovo ausiliare di Roma mons. Benoni Ambarus.
E' la prima volta nella storia del Giubileo che una Porta Santa viene aperta in un penitenziario. Un unicum nella tradizione della cristianità che, non a caso, arriva nel giorno di Santo Stefano, primo martire della Chiesa cattolica. Un segno di speranza per tutte le carceri del mondo che fa di Rebibbia un'icona universale della vicinanza della Chiesa ai detenuti.
"Ho voluto che la seconda Porta Santa fosse qui, in un carcere. Ho voluto che ognuno di noi, che siamo qui dentro e fuori, avessimo la possibilità di spalancare le porte del cuore e capire che la speranza non delude", ha detto il Papa prima di varcare la Porta Santa ed entrate nella cappella del carcere di Rebibbia per celebrare la messa. Presenti alla funzione, dentro la cappella, circa trecento detenuti e il personale della polizia penitenziaria.
Dopo quella di San Pietro, ha poi aggiunto Papa Francesco durante l'omelia, "la seconda Porta è vostra, è un bel gesto quello di aprire le porte che significa cuori aperti. Questo fa la fratellanza. I cuori chiusi non aiutano a vivere. La grazia di un Giubileo è spalancare, aprire. Soprattutto i cuori alla speranza". E, rivolgendosi ai detenuti, ha detto: "Non perdete mai la speranza: è questo il messaggio che voglio darvi, dare a tutti noi, io il primo" perché "la speranza mai delude".
"Vi faccio gli auguri di buon anno... che quest'anno sia migliore. Da qui voglio salutare i detenuti rimasti nelle celle che non sono potuti venire. Non dimenticate di aggrapparsi all'ancora, le mani a tutti. Buon anno a tutti e grazie", ha detto dopo i saluti al termine della Messa. Bergoglio, avvolto in una sciarpa, lasciando la chiesa si è fermato alcuni attimi a contemplare il presepe.
Ad accogliere il Pontefice nel penitenziario romano c'erano, tra gli altri, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il capo dimissionario del Dap, Giovanni Russo. Presenti anche Alessandro Diddi, pg del tribunale vaticano, e il cardinale José Tolentino de Mendonca, prefetto del dicatsero della Cultura.