Come raccontato da "Zona Bianca", il GRIS di Roma avverte su questo fenomeno e chiede maggiori controlli
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Mancano poco più di due mesi all'inizio del Giubileo a Roma previsto il 24 dicembre 2024 e, oltre all'attesa per il grande evento, cresce anche l'attenzione sul particolare fenomeno dei falsi preti. Come raccontato da "Zona Bianca" durante la puntata di domenica 6 ottobre, il Gruppo di Ricerca e Informazione della diocesi di Roma (GRIS) ha lanciato l'allarme sulla possibile presenza di finti sacerdoti che potrebbero ingannare i fedeli e ha chiesto di aumentare i controlli in Vaticano.
Come spiegato ancora nella trasmissione di Retequattro, a Roma ci sarebbero all'incirca 200 falsi preti. Sono persone vestite come i sacerdoti della Chiesa Cattolica romana, con tonaca, crocifisso al collo e clergy che celebrano la messa e i sacramenti, ma fanno parte di congregazioni indipendenti che la diocesi di Roma non riconosce. E il rischio sarebbe quello di una possibile confusione per i fedeli che arriveranno nella Capitale per il Giubileo.
Tra gli esempi di congregazione non riconosciuta dalla Chiesa Cattolica romana, emerge la Chiesa Cattolica dei santi Pietro e Paolo fondata da Salvatore Micalef. Proprio su questo ministero apostolico, di recente la diocesi di Roma ha messo in guardia i fedeli con un comunicato in cui dichiara che Micalef non è in comunione con la Chiesa Cattolica, perciò non può nè partecipare nè celebrare sacramenti di fede Cattolica nel territorio della diocesi di Roma. Anche la diocesi di Napoli ha preso le distanze da quattro preti che, secondo quanto riporta la nota, "non sono sacerdoti della Chiesa Cattolica legittimamente ordinati".
Tra i quattro preti segnalati dalla diocesi di Roma c'è anche Salvatore Mauriello, padre della Chiesa Cristiana Vetero Cattolica. Quest'ultima utilizza il pastorale e la mitra e ha anche le stesse liturgie della Chiesa Cattolica, ma presenta delle differenze: celebra, per esempio, matrimoni tra persone dello stesso sesso e permette alle donne di diventare vescove. Il sacerdote ai microfoni di "Zona Bianca" ha spiegato: "Non sono un finto prete, non c'è inganno. Le persone vengono informate a quale realtà di chiesa appartengono". "Il problema di fondo - prosegue Mauriello - è che la chiesa di Roma poiché è una delle grandi chiesa, pensa di essere la Santa Madre Chiesa su tutte".
"Posso celebrare messa e sacramenti e vestirmi con gli abiti, perché appartengono anche alla mia Chiesa", ha concluso il prete.
Un modo per evitare di confondere i preti della Chiesa Cattolica con quelli di altre confessioni è richiedere di esibire il celebret. Si tratta di un tesserino che possiede obbligatoriamente per poter celebrare messa ogni sacerdote della Chiesa Cattolica Romana. Riguardo ai preti delle altre confessioni, il direttore dell'ufficio disciplina dei sacramenti Don Emanuele Albanese spiega: "Se queste persone vanno vestite come vescovi e sacerdoti cattolici e non hanno degli indumenti che sono chiaramente identificativi di una differenza, è chiaro che traggono le persone in errore. Potrebbero anche incorrere nel reato di sostituzione di persona".