A "Quarto Grado" le parole dell'ex fidanzato il primo dicembre scorso nel carcere di Verona
A "Quarto Grado" il racconto inedito di Filippo Turetta nel carcere di Verona il primo dicembre scorso, 12 giorni dopo l'arresto in Germania e 20 giorni dall'uccisione dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. "Per messaggio mi aveva chiesto se l'accompagnavo a fare shopping. Abbiamo girato per negozi e poi abbiamo deciso di cenare insieme. Verso le 23 siamo tornati verso casa di Giulia, ci siamo fermati in un parcheggio a Vigonovo per non farci vedere. Era successo altre volte, lei era d'accordo" avrebbe raccontato.
"Volevo darle un regalo ma si è rifiutata di prenderlo. Abbiamo iniziato a discutere e mi ha detto che ero troppo dipendente da lei, troppo appiccicoso. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo, Eric. Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei. Che mi sarei suicidato" ha spiegato al pm parlando di raptus non premeditato.
"Lei era decisa, non sarebbe tornata con me. È scesa dalla macchina gridando, allora ho preso un coltello e l'ho rincorsa, afferrata per un braccio. Lei gridava "aiuto" ed è caduta. L'ho colpita, ha sbattuto la testa e l'ho caricata sul sedile posteriore. Ho provato a metterle lo scotch sulla bocca, si dimenava, è scesa ed ha iniziato a correre. L'ho inseguita con l'altro coltello che avevo in auto. Le ho dato dieci, dodici, tredici colpi con il coltello. Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia. L'ultima coltellata glie l'ho data sull'occhio. Poi ho provato a togliermi la vita ma non ci sono riuscito" ha proseguito Filippo Turetta che all'appuntamento di quell'11 novembre si è presentato con due coltelli, scotch, sacchetti di plastica, viveri a cambio d'abito. Nonostante ciò, nelle sue risposte il ragazzo sembrerebbe allontanare lo spettro della premeditazione che potrebbe costargli l'ergastolo.
"Io preferisco concentrarmi sul processo che avremo a breve. Conta solo quello per me, che sia fatta giustizia per la dolce Giulia. A me quello interessa", ha detto all'Ansa l'avvocato Stefano Tigani, che assiste la famiglia di Giulia Cecchettin, commentando la pubblicazione del verbale di interrogatorio davanti al pm di Turetta. "A me gli scoop non interessano - ha aggiunto - mi interessa solo l'accertamento della verità".