Emergono altri dettagli della confessione

Giulia Cecchettin, Filippo Turetta era già stato violento: "Le ho dato uno schiaffo sulla coscia"

"In un'occasione, parlando di lasciarci, abbiamo discusso e a un certo punto lei voleva andare via. Io l'ho afferrata per un braccio per fermarla", ha inoltre detto il reo confesso. "Ho buttato il telefono di Giulia e il coltello a Fossò"

23 Giu 2024 - 15:07

Emergono altri dettagli relativi all'interrogatorio di Filippo Turetta, reo confesso del femminicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l'11 novembre 2023. Davanti al pubblico ministero di Venezia Andrea Petroni, il 22enne ha detto di essere stato violento altre volte nei confronti di Cecchettin. "Forse a fine ottobre c'eravamo alterati un po' più del solito parlando dei motivi per cui ci eravamo lasciati (...). Io ero molto arrabbiato e le ho dato uno schiaffo su una coscia", ha dichiarato Turetta, come riporta il Corriere della Sera.

"Ho buttato il telefono di Giulia e il coltello a Fossò"

 Al pm Turetta ha raccontato di essersi sbarazzato del coltello con cui ha ucciso Giulia, uno dei due che aveva con sè, subito dopo aver lasciato la zona industriale di Fossò, dove c'è stata la parte finale dell'aggressione alla ragazza. Caricando in auto Giulia, ormai agonizzante, la Fiat Punto era rimasta ferma 2-3 minuti sulla strada. "Non riuscivo a trovare il suo cellulare", ha spiegato il giovane, aggiungendo che il telefonino era rimasto nella borsetta dell'ex fidanzata. Il passaggio fa parte della documentazione stenografica dell'interrogatorio di Filippo in carcere il primo dicembre 2023. "Ho gettato il coltello, il suo telefono e il tablet mio non molto dopo Fossò, in un piccolo fossato di una strada laterale". Il computer di Giulia, invece, "l'ho messo fuori dalla macchina, in una strada di Aviano". 

Gli episodi di violenza raccontati da Turetta

 Tra i fatti di violenza emersi, sempre stando al Corriere, l'episodio dello schiaffo sulla coscia è avvenuto "in un parcheggio a Padova davanti a una gelateria". "Lei è subito uscita dall'auto e se ne è andata via", ha aggiunto il 22enne.

Invece, in agosto, "in un'occasione, parlando di lasciarci, abbiamo discusso e a un certo punto lei voleva andare via. Io l'ho afferrata per un braccio per fermarla", ha inoltre affermato Turetta. 

Le minacce di suicidarsi e gli insulti

 Le liti erano già frequenti da prima e, in particolare, da quando la giovane aveva deciso di lasciare Turetta nel marzo 2023, anche se dopo due settimane i due erano tornati insieme, per poi lasciarsi nuovamente ad agosto. "C'erano state un paio di litigate pesanti, intorno a marzo soprattutto via messaggio, io non avendo superato un esame importante avevo cominciato a scriverle chiedendo che mi aiutasse nel ripasso, lei non voleva perché aveva altri impegni. Io le avevo detto che se non avessi superato l'esame mi sarei suicidato. Mi è scappato anche qualche insulto perché non riuscivo a controllarmi per la rabbia, le ho detto 'maledetta str***a, idiota' e anche 'guarda che non ce la faccio, mi faccio del male'".

Venerdì, "Quarto Grado" aveva diffuso la parte dell'interrogatorio in cui Turetta - che si trova in carcere, in attesa del processo che inizierà il 15 luglio - raccontava come ha ucciso l'ex tra Vigonovo e la zona industriale di Fossò (Venezia) e la successiva fuga.

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