Pordenone, ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin vicino al lago di Barcis
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Nella missiva, rivenuta il 19 novembre in Germania dentro l'auto con cui si era dato alla fuga dopo il delitto, il 22enne dava spiegazione di quanto accaduto, forniva indicazioni per trovare il cadavere della studentessa e lasciava un messaggio di addio ai genitori, avendo l'intenzione di togliersi la vita
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Dopo aver ucciso Giulia Cecchettin, Filippo Turetta scrisse una lettera in cui ammetteva di essere colpevole dell'omicidio dell'ex fidanzata. È quanto emerso dalle 161 pagine di trascrizioni dell'interrogatorio fiume tenuto l'1 dicembre nel carcere di Verona Montorio in cui il giovane ha confessato come e perché ha ucciso la ragazza. Nella missiva - un foglio bianco formato A4, rivenuto il 19 novembre in Germania dentro l'auto con cui si era dato alla fuga dopo il delitto - il 22enne dava spiegazione di quanto accaduto, forniva indicazioni per trovare il cadavere della studentessa e lasciava un messaggio di addio ai genitori, avendo l'intenzione di togliersi la vita.
Nell'interrogatorio, durato sette ore, lo studente ha ripercorso il rapporto difficile con Giulia, le ultime ore prima dell'omicidio, l'aggressione e la fuga. Al particolare della lettera, scritta mentre era Berlino, Turetta è arrivato elencando gli oggetti presenti dentro la sua auto. In quel foglio "dicevo che ero colpevole, che mi dispiaceva per tutto quanto, dove si trovava il corpo e un messaggio per i miei genitori", si legge su Il Gazzettino che riporta le parole del giovane.
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Davanti al pm lo studente ha ricostruito l'ultima lite avuta con Giulia l'11 novembre, la sera del delitto, nel parcheggio di Vigonovo, vicino all'abitazione della ragazza. Una discussione scoppiata perché la giovane aveva detto all'ex che non dovevano frequentarsi più. "Perché non stavo più andando avanti con la mia vita, perché anche lei doveva staccarsi completamente e dedicarsi ad altro", ha raccontato Turetta. Una decisione che il 22enne non accettava. "Le urlavo che non era giusto, che non doveva essere così, che io avevo bisogno vitale di lei e del nostro rapporto. Io pensavo di suicidarmi". Poi la furia omicida, la doppia aggressione e "le 12-13 coltellate" inflitte alla ragazza guardandola negli occhi.
Nell'interrogatorio, Turetta ha parlato anche dei giorni precedenti all'omicidio. Giulia avrebbe dovuto laurearsi a Padova il 14 novembre in Ingegneria biomedica ed era proprio l'ex fidanzato a essere impegnato nei preparativi. Tra le cose acquistate, anche quel rotolo di scotch che era stato "comprato per attaccare papiro, volantini e fotografie" e che Turetta ha provato a mettere sulla bocca di Giulia dopo averla aggredita la prima volta a Vigonovo.
Turetta è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dalla efferatezza e dallo stalking. Adesso lo attende il processo: l'udienza preliminare si terrà il 15 e il 18 luglio.