Le Guardie Svizzere vicine al Papa fino all'ultimo momento
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Anche nel giorno dell’addio, le Guardie Svizzere non hanno abbandonato il loro comandante: silenziose, immobili e fedeli, hanno vegliato sul Papa fino all’ultimo istante
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Le Guardie Svizzere non proteggono solo il Papa in vita. Lo accompagnano anche nel suo ultimo viaggio, restando al suo fianco con la stessa dedizione, la stessa solennità, la stessa discreta presenza che da secoli le contraddistingue. Così è stato anche per Papa Francesco: durante la traslazione e anche il suo funerale, tra le lacrime dei fedeli e la compostezza dei riti, gli occhi si sono posati su di loro: fermi, impassibili, profondamente partecipi. Un'immagine che ha commosso il mondo e che ha riassunto in un gesto silenzioso tutta la forza del loro giuramento. E saranno sempre loro a vigilare anche l'elezione del nuovo Papa: nel Conclave le Guardie Svizzere impediranno l'accesso alla Cappella Sistina.
Nel giorno del funerale di Papa Francesco, il mondo assisterà ad un'imponente manifestazione di tradizione e onore: la presenza delle Guardie Svizzere Pontificie ha avuto da sempre un ruolo centrale nella cerimonia. In abiti di gala, con le celebri uniformi rinascimentali dai colori vivaci, le Guardie accompagneranno le esequie con compostezza militare, incorniciando il rito con una compostezza che colpisce fedeli e leader ai funerali del Pontefice. Il loro compito non è solo simbolico: garantiscono la sicurezza, regolano l'accesso delle personalità e rappresentato visivamente la continuità del servizio al Pontefice.
Il loro rituale non è stato modificato da Papa Francesco che ha invece messo mano fortemente al nuovo rito funebre voluto da Bergoglio. Durante il corteo, le Guardie si dispongono ai lati della bara, mantenendo una formazione perfetta e silenziosa. Accompagnano il feretro fino alla Basilica di San Pietro, sorvegliando con discrezione i movimenti attorno al Santo Padre. La loro presenza ha anche un forte significato spirituale: non si tratta solo di un corpo militare, ma di un gruppo che giura fedeltà "fino al sacrificio della vita" al Papa. Un dettaglio che, in un momento così toccante, ha assunto un peso ancora maggiore.
Tradizionalmente, ogni anno il 6 maggio si tiene il giuramento delle nuove Guardie Svizzere. Ma la morte di Papa Francesco ha costretto il Vaticano a rinviare la cerimonia a data da destinarsi. Si tratta di un evento molto sentito, che avviene nel Cortile di San Damaso alla presenza delle più alte autorità vaticane e civili, e rappresenta un rito di passaggio per i giovani svizzeri che scelgono di dedicare parte della loro vita al servizio del Papa. Il rinvio è stato accolto con comprensione, ma anche con profonda emozione da parte delle famiglie coinvolte.
Diventare Guardia Svizzera non è semplice: occorre essere cittadini svizzeri, cattolici praticanti, celibi al momento dell'ingresso e aver completato la scuola reclute dell'esercito elvetico. L'età deve essere compresa tra i 19 e i 30 anni, e l'altezza minima richiesta è di 174 cm. Una volta accettati, i candidati seguono un percorso di formazione in Svizzera e poi in Vaticano, dove imparano le basi del protocollo, dell'autodifesa e del cerimoniale. Il servizio dura almeno due anni, ma molti scelgono di restare più a lungo.
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Le Guardie Svizzere Pontificie non sono solo una curiosità storica: rappresentano un legame vivo tra la tradizione e la spiritualità. La loro presenza alla traslazione di Papa Francesco ha ricordato a tutti il valore del servizio silenzioso, della lealtà assoluta e del rispetto per le istituzioni. Mentre il mondo saluta un Pontefice che ha segnato la storia, lo fa anche attraverso lo sguardo vigile e fiero dei suoi ultimi difensori.