I dati sarebbero stati prelevati su commissione e per essere rivenduti
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I carabinieri di Varese hanno arrestato quattro persone accusate di aver "esfiltrato" dati e informazioni "sensibili e segrete" conservati nelle "Banche Dati Strategiche Nazionali" Sdi, Serpico, Inps e altri per "profitto economico e di altra natura". I dati sarebbero stati prelevati su commissione e per essere rivenduti, anche dati e informazioni sensibili di esponenti politici. I quattro destinatari dell'ordinanza cautelare, a quanto si è saputo, sarebbero appartenenti o ex delle forze dell'ordine, hacker e consulenti informatici.
Da quanto si è saputo, i presunti componenti dell'organizzazione avrebbero prelevato dalle banche dati strategiche più importanti informazioni e dati "di tutti i generi", stando a quanto riferito, e di soggetti più vari, anche esponenti politici. E avrebbero agito su commissione di "clienti", anche a "fini privatistici", per rivendere, poi, quelle informazioni a chi le chiedeva. Tra i dati sottratti dalla rete raggiunta da ordinanza di misure cautelari e decreti di sequestro disposti dal gip Fabrizio Filice ci sarebbero informazioni bancarie, giudiziarie, fiscali, sanitarie, segnalazioni di operazioni sospette.
I reati al centro dell'inchiesta, che ha portato a quattro arresti domiciliari e due interdittive, sono associazione per delinquere e accesso abusivo a sistema informatico. L'indagine, coordinata anche dalla Direzione nazionale antimafia, a quanto risulta, nascerebbe da una precedente inchiesta milanese sulla criminalità organizzata, anche se nelle misure cautelari eseguite venerdì pomeriggio non vengono contestate, da quanto riferito, condotte di "agevolazione" delle mafie. Sono state eseguite anche decine di perquisizioni in Italia e all'estero.
La presunta "attività di dossieraggio su larga scala" commissionata da grandi imprese, studi professionali e legali e da altri "clienti", scoperta nell'indagine della Dda di Milano e della Dna, avrebbe avuto al centro la società di investigazioni e analisi dei rischi Equalize srl, di cui il socio di maggioranza è Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano (totalmente estranea all'inchiesta). Pazzali risulta indagato nell'indagine che ha portato anche a perquisizioni. Da quanto si è saputo, anche attraverso la società di investigazione, la presunta associazione per delinquere composta da hacker e appartenenti alle forze dell'ordine avrebbe prelevato dalle banche dati strategiche informazioni su conti correnti, precedenti penali ed altro, evadendo la richiesta dei "clienti" interessati a condizionare le attività di loro "concorrenti". Equalize, stando alle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, avrebbe fornito 'servizi' anche in uno scenario di "faide", stando a quanto riferito, e di rivalità tra famiglie dell'imprenditoria. Sarebbero stati scaricati dai terminali, poi, sempre per finalità di "condizionamento", anche dati di esponenti politici. In alcuni casi, infine, le informazioni riservate sarebbero state girate ai media, e quindi rendendole pubbliche, con lo scopo di fare pressioni.