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Il ricordo di Baggio: "A dieci anni sognavo allo stadio di Prato guardando i tuoi gol". Dopo la camera ardente, sabato i funerali
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Il feretro di Paolo Rossi ha lasciato la camera mortuaria dell'ospedale Le Scotte di Siena a bordo di un carro funebre. Coperta da una corona di rose bianche disposte dalla moglie Federica, la bara è stata portata a Vicenza, dove è stata aperta la camera ardente allo stadio "Menti" prima del funerale, in programma sabato. Rossi rivelò le sue doti di calciatore, ancora giovanissimo, proprio nella squadra locale del Lanerossi Vicenza.
Sabato il funerale a Vicenza - La cerimonia funebre per dare l'ultimo al campione dei Mondiali 1982 si svolgerà sabato mattina nel Duomo di Vicenza. Diversi striscioni sono stati appesi nella notte ai cancelli dell'obitorio senese in omaggio al calciatore: "Ciao Campione" e "Ciao Pablito, per sempre un mito".
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Lettera aperta di Baggio: "A dieci anni sognavo guardando i tuoi gol" - "Al mio risveglio un'altra mazzata". Comincia così il commosso ricordo che un altro campione azzurro, Roberto Baggio, dedica al collega in una lettera aperta sulla "Gazzetta dello Sport". "Un grande pilastro del calcio italiano ci saluta - continua Codino -. Paolo, Pablito, Paolo Rossi, quasi si dovesse sempre chiamare con nome e cognome: lui non era Rossi, lui è, e sempre sarà, Paolo Rossi. Tornano in superficie i dolci ricordi di quando avevo 10 anni, conservati per decenni in uno dei tanti album della mia memoria".
"Oggi, grazie a Pablito, sfoglio quell'album e tornano a farsi sentire il freddo pungente e la dura canna della bicicletta. Con il mio adorato papà Florindo, mancato solo qualche mese fa, percorrevamo quasi 12 chilometri, in due su una bicicletta, per arrivare a Vicenza partendo da Caldogno. Per andare allo stadio menti a vedere il grande Paolo Rossi. Poi, per tutta la partita, mi aggrappavo alla rete per vederlo giocare e segnare".
"Erano gli anni dell'Austerity e delle targhe alterne. Erano gli anni in cui cullavo i miei sogni. Pensavo che un giorno avrei anche io giocato in quello stadio, che avrei indossato quella maglia bellissima con la grande R sul petto. Imitando Paolo Rossi avrei potuto realizzare quanto lui è riuscito a realizzare. Vincere un campionato nel mondo in finale contro il Brasile. Come Paolo Rossi ha fatto contro la Germania. Vincere il Pallone d'oro. Come Paolo Rossi. Vincere sulla sofferenza di ginocchia doloranti. Come Paolo Rossi. Vincere in un mondo che ha sempre più bisogno del sorriso di Paolo Rossi".
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La proposta: intitolargli lo stadio di Prato - Il Comune di Prato, dove Pablito è nato 64 anni fa, ha proposto di intitolare al suo campione lo stadio, che attualmente si chiama Lungobisenzio. In città è lutto cittadino, con il sindaco Matteo Biffoni che ha invitato tutti a ricordare il calciatore "mettendo ai balconi e alle finestre una bandiera italiana, come in quella splendida estate del 1982", quando Rossi trascinò l'Italia, a suon di gol, a vincere i Mondiali in Spagna.