Il rapporto segnala carenze soprattutto per locali in comune e arredi, ma per il ministero "ogni sforzo viene vanificato dagli ospiti"
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Nei quattro Centri di permanenza per il rimpatrio di Brindisi-Restinco, Palazzo San Gervasio (PZ), Bari e Torino visitati dal garante per i diritti dei detenuti, sono stati riscontrati fattori di "gravi criticità" quali l'assenza o il degrado di arredi che "pregiudicano pesantemente la qualità della vita" nelle strutture. Ma il Viminale replica: gli sforzi di miglioramento vengono "spesso vanificati dai continui e violenti comportamenti degli ospiti".
Il Garante Mauro Palma, nel suo rapporto al Parlamento, scrive che "a distanza di poco più di un anno dall'entrata in vigore del decreto, va purtroppo rilevato che le rinnovate espressioni di impegno a favore dell'assoluto rispetto dei diritti fondamentali sono rimaste dichiarazioni di principio, cui non hanno fatto seguito un effettivo miglioramento delle condizioni di vivibilità e una diversa impostazione organizzativa delle strutture".
Ad esempio, sottolinea il documento, il Cpr di Bari aperto a ottobre 2017 è semplicemente un vecchio Cie "riattivato senza alcuna sostanziale modifica strutturale". Un escamotage che "sembrerebbe riproporsi anche nei Centri di prossima apertura, a cui il ministero ha fatto esplicitamente riferimento in recenti comunicazioni: Gradisca di Isonzo, Modena e Milano erano Cie, mentre Macomer in Sardegna era una Casa mandamentale, cioè una struttura penitenziaria".
Il garante rileva comunque che, sebbene in generale lo stato di manutenzione sia "accettabile", vi sono fattori di grave criticità rappresentati dall'assenza di locali e ambienti per le attività in comune, dalla configurazione dei luoghi e dalla privazione di alcuni elementi di arredo, che pregiudicano pesantemente la qualità della vita all`interno delle strutture e determinano il rischio di situazioni di degrado anche nell'esercizio dei più elementari diritti primari".
Gli spazi a disposizione dei migranti si limitano, spiega il rapporto, "alle camere (con almeno quattro letti) con annessi bagni e un cortile; solo talvolta è disponibile una stanza dove mangiare e guardare la televisione".
Immediata la replica del ministero: il capo del Dipartimento Immigrazione, Gerarda Pantalone, sottolinea infatti che il Viminale è "costantemente impegnato" a migliorare i Cpr e mantenere standard di vivibilità "nel pieno rispetto dei diritti della persona e della sua dignità; ma ogni sforzo compiuto, con significativi oneri, viene spesso vanificato dai continui e violenti comportamenti degli ospiti in danno dei locali e degli arredi, con dirette negative conseguenze sulle loro stesse condizioni di vita".