Bergoglio ha sfidato i partecipanti all'incontro a usare la loro "audace immaginazione" e a creare strade che tengano conto dei più poveri, delle diverse specie e di tutto l'ecosistema
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"Non disponiamo della cultura necessaria per affrontare questa crisi ambientale". Così il Papa ha ammonito i partecipanti al Simposio per i dirigenti delle principali imprese petrolifere ed energetiche, che si è svolto il 9 giugno in Vaticano. Bergoglio ha ricordato che la Terra è come "una casa comune" e le nuove leadership hanno la responsabilità di agire nei confronti dei più poveri, i primi ad essere colpiti dai cambiamenti climatici.
La responsabilità dei dirigenti "Vorrei esortarvi affinché coloro che hanno dimostrato la loro attitudine all'innovazione e a migliorare la qualità della vita di molti col proprio ingegno e la propria competenza professionale", prosegue il Pontefice, "possano contribuirvi ulteriormente ponendo le proprie capacità al servizio di due grandi fragilità del mondo odierno: i poveri e l'ambiente". Non usa mezzi termini Papa Francesco: indica con chiarezza la strada che i dirigenti delle imprese petrolifere ed energetiche dovrebbero seguire. Tutto il discorso ruota attorno a due concetti cardine: il nostro pianeta è "una casa comune" e l'umanità è "un unico insieme": "Vi invito a essere il nucleo di un gruppo di leader che immagina la transizione energetica globale in un modo che tenga conto di tutti i popoli della Terra, come delle future generazioni, e di tutte le specie e gli ecosistemi".
I poveri Il Santo Padre punta il dito contro gli effetti del riscaldamento globale. Non solo gli oceani che aumentano di temperatura e gli animali che si estinguono, ma anche e soprattutto gli uomini: "Sono i poveri a soffrire maggiormente delle devastazioni dei cambiamenti climatici, con le crescenti perturbazioni in campo agricolo, l'insicurezza della disponibilità d'acqua e l'esposizione a gravi eventi meteorologici". Non sono conseguenze di cui ci si può dimenticare, è il sottinteso nel discorso, perché vengono a bussare direttamente alle nostre porte. "Molti di quanti possono a malapena permetterselo sono già costretti ad abbandonare le loro case e a migrare in altri luoghi, senza sapere come verranno accolti. Molti di più dovranno farlo in futuro", ricorda il Pontefice.
La cultura e l'immaginazione Bergoglio poi va oltre e sembra quasi provocare e stimolare gli ospiti all'incontro. "Il problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e c'è bisogno di costruire leadership che indichino strade, cercando di rispondere alle necessità delle generazioni attuali includendo tutti, senza compromettere le generazioni future", ha detto citando la sua seconda enciclica, "Laudato sì", incentrata proprio sul rispetto dell’ambiente. Il Santo Padre non divide il mondo in dirigenti con una coscienza ambientalista e petrolieri a cui non interessano le conseguenze delle loro azioni. La presenta invece come una sfida, come "la più grande opportunità di una leadership per incidere in modo duraturo a favore della famiglia umana, un'opportunità che fa appello alla vostra più audace immaginazione". La differenza è fra chi l'accetta e chi si arrende.