ASSOLUZIONE ANNULLATA

"In 30 secondi poteva dire no", la Cassazione: nuovo processo all'ex sindacalista per abusi su un'hostess

L'uomo era stato assolto nei primi due gradi di giudizio dopo la denuncia della donna perché la reazione di lei sarebbe arrivata troppo tardi. La difesa: "Decisione preoccupante"

12 Feb 2025 - 09:07
 © Ansa

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Processo tutto da rifare per l'ex sindacalista accusato di violenza sessuale su una hostess che si era rivolta a lui per una vertenza e assolto perché la reazione della donna agli abusi sarebbe arrivata "con 20-30 secondi di ritardo". A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione che riapre quindi la vicenda giudiziaria. I supremi giudici della terza sezione penale, accogliendo la richiesta del sostituto pg, hanno annullato la sentenza di assoluzione con rinvio alla Corte d'appello di Milano. Ha detto di essere "contenta" per la decisione della Cassazione la ex hostess, ora maestra in una scuola elementare.

Il difensore del sindacalista: "Decisione preoccupante"

 "La giustizia si è fatta attendere ma ne è valsa la pena", ha commentato la donna, Barbara D'Astolto, ringraziando tutti quelli che le "hanno dato la forza di andare avanti", a partire dal suo avvocato Teresa Manenti. Definisce la pronuncia dei supremi giudici "preoccupante" il difensore dell'ex sindacalista, Ivano Chiesa. "Per approcciare una donna ora bisognerà portarsi un notaio", ha commentato. 

Il nodo dei "20-30 secondi"

 Il ricorso alla Cassazione contro la sentenza d'appello di giugno era stato presentato dalla procura generale di Milano e dalla parte civile. Una pronuncia che aveva sollevato polemiche perché, secondo i giudici, la condotta del sindacalista non aveva "vanificato ogni possibile reazione della parte offesa, essendosi protratta per una finestra temporale", "20-30 secondi", che "le avrebbe consentito anche di potersi dileguare".

I fatti risalgono al 2018

 I supremi giudici si sono pronunciati poche ore dopo l'udienza di lunedì mattina, a cui c'era anche la ex hostess. "Spero che i magistrati abbiano il coraggio di ribaltare queste due sentenze di assoluzione che io reputo indegne", aveva detto la donna lasciando il Palazzaccio. In Aula il pg di Cassazione aveva chiesto un nuovo processo d'appello nei confronti dell'ex sindacalista che all'epoca dei fatti, nel 2018, lavorava all'aeroporto di Malpensa, mentre la difesa dell'imputato aveva sollecitato il rigetto dei ricorsi. 

Le due assoluzioni

 L'uomo era stato assolto anche in primo grado dal Tribunale di Busto Arsizio (Varese) nel 2022, poi a giugno la conferma in Appello. Dal processo, avevano scritto i giudici, emerge "come l'imputato non abbia adoperato alcuna forma di violenza - ancorché si sia trattato, effettivamente, di toccamenti repentini - tale da porre la persona offesa in una situazione di assoluta impossibilità di sottrarsi". La Corte d'Appello, nelle cinque pagine di motivazioni, aveva spiegato che mancavano i "requisiti" della "violenza, minaccia o abuso di autorità" per configurare il reato e che "la qualifica e il ruolo rivestito dall'imputato non comportavano, in concreto, alcuna supremazia" nei confronti della donna.

Sit-in di solidarietà alla donna

 In piazza Cavour, davanti all'ingresso della Corte di Cassazione, si è svolto un sit-in di solidarietà alla ex hostess, organizzato da Differenza Donna. Sono stati esposti striscioni con le scritte "Con le spalle al muro non è lavoro sicuro", "'Senza consenso è violenza" e ancora "Giù le mani dai nostri corpi". "Vogliamo dire forte e chiaro che non permetteremo a nessuno, e in un luogo di lavoro, - avevano sottolineato - di usare violenza contro di noi, tutte, nessuna esclusa. Confidiamo che la Giustizia stavolta arrivi davvero. Per Barbara, per noi". 

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