L'istituto segnala che "i dati sono fortemente influenzati dalla pandemia"
I dati sui morti sul lavoro in Italia segnano un deciso aumento nel primo quadrimestre 2021. Lo riferisce l'Inail, secondo cui le denunce di infortunio sul luogo di lavoro con esito mortale tra gennaio e aprile sono state 306, in aumento del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2020. L'istituto segnala anche l'aumento delle patologie di origine professionale denunciate, che sono state 18.629 (+26,1%).
Il confronto tra 2020 e 2021 richiede però cautela, sottolinea l'Inail, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia. Non è stato infatti conteggiato un rilevante numero di "tardive" denunce mortali da contagio di Covid, in particolare a marzo 2020, entrate negli archivi solo nei mesi successivi al 30 aprile.
I settori più colpiti - Tra i settori economici si distingue ancora per numerosità degli eventi il settore "Sanità e assistenza sociale", che nel primo quadrimestre di quest'anno presenta comunque una diminuzione del 25% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2020.
Dall'analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-13,5%), al contrario delle Isole (+8,4%), del Sud (+7,1%), del Centro (+6,5%) e del Nord-Est (+6,3%). Tra le Regioni, i maggiori decrementi percentuali sono quelli di Valle d'Aosta, Provincia autonoma di Trento, Piemonte e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono stati rilevati in Molise, Basilicata e Campania.
Gli altri dati - La lieve flessione che emerge dal confronto dei primi quadrimestri del 2020 e del 2021 è legata alla sola componente femminile, che registra un -10,3% (da 74.878 a 67.155 denunce), mentre quella maschile presenta un incremento del 7,5% (da 97.441a 104.715). La diminuzione ha interessato i lavoratori italiani (-1,6%) e quelli comunitari (-2,0%), al contrario degli extracomunitari (+9,7%). Dall'analisi per classi di età emergono cali solo tra gli under 20 (-31,5%) e nella fascia tra i 40 e i 54 anni (-1,5%), con incrementi per quella tra i 20 e i 39 anni (+9,6%) e tra gli over 55 (+4%).