spionaggio industriale e politico

Inchiesta hacker, chi sono i tre nomi finiti nell'indagine: il manager Enrico Pazzali, il "super poliziotto" Carmine Gallo e il cyber esperto Nunzio Samuele Calamucci

I tre indagati sono accusati di aver costituito tre società di investigazione privata dietro le quali si sarebbero celate attività di spionaggio industriale e politico

28 Ott 2024 - 14:51
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Enrico Pazzali, Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci: sono i tre principali nomi (il primo risulta solo indagato, gli altri due in stato di arresto) finiti nell'inchiesta milanese che avrebbe scoperchiato una rete di hacker che secondo i magistrati milanesi si sarebbe occupata di spionaggio politico e industriale, attraverso "l'esfiltrazione" di informazioni riservate, anche dalle banche dati strategiche nazionali, per - asseriscono gli inquirenti - creare e vendere dossier con cui poter "screditare tutta l'Italia", così come sarebbe stato detto da uno degli indagati in un'intercettazione. L'indagine è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e della Procura nazionale antimafia.

Chi è Enrico Pazzali

 Sessantenne milanese, laurea alla Bocconi, con una carriera lampo nel mondo delle aziende informatiche e delle telecomunicazioni. Pazzali nasce come manager pubblico, è ora presidente della Fondazione Fiera, esclusa da ogni indagine, e socio di maggioranza di Equalize Srl, una delle società di investigazione finite invece al centro dell'inchiesta hacker. La sua carriera inizia nel 2005 in Regione Lombardia fino al 2009, anno in cui diventa manager della Fondazione. 

Sono gli anni dell'Expo in cui i padiglioni fieristici traslocano a Pero-Rho. La parabola in Fiera dura sei anni, poi arriva la sostituzione. E con la sostituzione arriva l'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nei fornitori di Fiera Milano dal 2013, che portano il presidente della Fondazione Giovanni Gorno Tempini (anche lui dossierato dalla società Equalize) a chiedere le dimissioni dell'intero consiglio della S.p.A. Nel 2019, dopo un periodo a Eur S.p.A., chiamato dall'allora premier Matteo Renzi, Pazzali rientra alla Fondazione Fiera, come nuovo presidente. Poco prima, a fine 2018, costituisce la società Equalize che svolge "consulenza nel settore delle tecnologie dell'informatica". Sono gli anni del Covid e della gestione del maxi ospedale ricavato nel polo Fiera Milano al Portello, che gli valgono la massima onorificenza milanese: l'Ambrogino d'oro.

Chi è Carmine Gallo

 L'altra figura di spicco al centro dell'inchiesta hacker è Carmine Gallo, 65 anni. Il "super poliziotto", come è stato definito, è stato tra i primi a indagare sulla 'ndrangheta in Lombardia più di trent'anni fa, ma è anche colui che ha risolto il delitto Gucci e liberato Alessandra Sgarella. Di lui dicono che ancora custodisca il segreto su come si arrivò alla liberazione dell'imprenditrice che per nove mesi alla fine degli anni '90 fu sequestrata dalla 'ndrangheta. In passato, Gallo era stato in campo, tra le decine e decine di indagini, anche per risolvere l'omicidio di Maurizio Gucci, con l'arresto dell'ex moglie Patrizia Reggiani. Conclude la sua carriera nel 2015 come vicedirigente nel commissariato di Rho-Pero dove gestirà la sicurezza di tutti i capi di Stato a Milano per l'Expo. 

Dopo 40 anni di servizio nella polizia, una volta in pensione, inizia una nuova vita nelle investigazioni private come a.d. di Equalize. Sarebbe stato lui, secondo l'accusa della Dda di Milano, a delineare le "strategie operative" e a programmare "le attività illecite" del gruppo di hacker, consulenti informatici e appartenenti alle forze dell'ordine che avrebbero confezionato dossier e report a pagamento e su commissione. "Persona spregiudicata e senza scrupoli", "tentacolare", lo definisce ora il pm De Tommasi.

Chi è Nunzio Samuele Calamucci

 "Con loro, che sono più o meno 3mila persone condividiamo (...) uno dice abbiamo trovato 30 account violati a chi interessano?". Così Nunzio Samuele Calamucci, l'esperto di cybersicurezza che avrebbe messo sotto scacco settori dell'imprenditoria e della politica, descrive, intercettato, i "rapporti che intrattiene" con Anonymous, l'organizzazione che è riuscita in passato "addirittura a violare il sistema informatico del Pentagono". Gli atti dell'inchiesta della Dda di Milano tracciano la figura di Calamucci, 44 anni di Bollate, nel Milanese, il vero "esperto informatico", la mente tecnologica del gruppo guidato anche dall'ex "super poliziotto" Carmine Gallo.

Il 44enne è socio di minoranza della Mercury Advisor, una delle tre società di investigazione privata al centro dell'indagine e sequestrate, ma sarebbe soprattutto lui, forte anche dell'esperienza con gli hacker di Anonymous, a "coordinare", scrivono i magistrati, il prelievo massiccio di informazioni dalle banche dati, ma anche il successivo passaggio di quei file attraverso canali sicuri, ad esempio con le "proton-mail", non intercettabili. Sarebbe sempre Calamucci, secondo le accuse, a dirigere la squadra di "analisti", i cosiddetti "ragazzi", in parte non identificati, che materialmente avrebbero fatto incetta di dati che sarebbero finiti poi nei report. Così come Carmine Gallo, però, intratterrebbe anche i rapporti coi "clienti", coloro che commissionano i dossieraggi. Tra questi, raccontano le carte dell'inchiesta, c'è chi avrebbe offerto anche centinaia di migliaia di euro. Calamucci sarebbe anche "l'ideatore e realizzatore" della piattaforma Beyond, un sistema che aggrega informazioni e che gli accusati nell'ultimo periodo sarebbero stati secondo l'accusa sempre più interessati ad usare per "business", ma anche, stando alle indagini, come strumento di potere: "Con i report che abbiamo noi in mano possiamo sputtanare tutta l'Italia", diceva intercettato Calamucci.

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